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mercoledì, 23 Ottobre 2024

Pd, figuraccia sulle slot. Renzi cerca di rimediare

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Una figuraccia o una buccia di banana? Difficile dirlo, ma intanto adesso che l’autogol è stato incassato, bisogna correre ai ripari. L’emendamento-vergogna passato al Senato grazie al voto del Partito Democratico ha creato non poco imbarazzo nel partito del neo segretario Renzi.
L’emendamento in questione, presentato da Federica Chiavaroli del Nuovo Centro Destra, prevede un taglio al trasferimento di fondi ai Comuni e alle Regioni che emanano norme restrittive contro l’istallazione di slot machine, videolottery e sale gioco. Nelle intenzioni della senatrice, come spiega lei stessa, «lo Stato dà delle concessioni agli installatori di slotmachine.it con la speranza di ricavare più soldi possibile visto che il gioco, insieme a quella del fumo, è una delle voci di bilancio sulle quali è più facile intervenire».
Insomma, Chiavaroli voleva obbligare i Comuni a mettersi intorno ad un tavolo con lo Stato «Dicono che la mia proposta di modifica abbia il sapore del ricatto nei confronti degli enti locali perché a quelli più “virtuosi” gli verrebbero ridotti i trasferimenti di risorse? Il fatto è che in questo provvedimento ci siamo trovati a fronteggiare l’emergenza e siamo stati costretti a intervenire senza spiegare a fondo le nostre ragioni. Ma per convincere i comuni – sottolinea – c’è solo un’arma: toccarli sul portafoglio. E adesso, dopo questa mia proposta, spero che i Comuni accettino di sedersi attorno a quel tavolo. Non può essere solo lo Stato a pagare le spese, a fronteggiare la riduzione del gettito. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità».
Benissimo, il problema grosso però al momento è un altro. Ovvero la leggerezza con cui passano certi emendamenti al Senato. Ora infatti questo non potrà essere annullato e il rischio che diventi legge è concreto. Il Pd «bloccherà la porcata sulle slot e l’ingiustizia sul finanziamento dei partiti così come previsto dal decreto del governo», ha promesso Matteo Renzi. «Il coordinatore della segreteria Lorenzo Guerini e i Roberto Speranza stanno già cercando una soluzione. È stata votata una cosa inaccettabile».
«Chiedo scusa a tutti, ai Comuni, agli elettori» dice la senatrice Pd Leana Pignedoli. Ma cospargersi il capo di cenere o fare scarica barile ora serve a poco. «Nell’imbarazzo totale – si giustifica la senatrice – voglio affermare che ieri, nel corso delle ripetute e continue votazioni di una infinità di modifiche al decreto enti locali in discussione al Senato, ho votato erroneamente affidandomi delle indicazione del nostro gruppo un emendamento riferito al gioco d’azzardo».
La norma, tra l’altro, prevede anche che i concessionari di slot machine ai quali è stata revocata l’autorizzazione possano continuare l’attività per altri 90 giorni. «Nel marasma delle decine di emendamenti – si giustifica ancora Pignedoli – non mi sono resa conto di una norma che, seppure abbia una logica contabile, è in totale contrasto con ciò che andiamo dicendo, sul disincentivo al gioco e il ruolo dei comuni. Ancora più è grave che l’abbia votato io che vengo dall’Emilia-Romagna dove lo scorso luglio l’Assemblea legislativa ha approvato una legge di contrasto al gioco d’azzardo». Il voto del Pd in Senato, dunque, «va in totale controtendenza». Ma Pignedoli punta il dito anche contro Palazzo Chigi. «È grave che il Governo si sia fatto promotore e difensore di questo emendamento – sostiene la senatrice Pd – anche se per far quadrare i conti».
Ora però bisognerà spiegare queste cose anche ai Comuni che si battono per impedire che sempre più persone cadano nella morsa del gioco d’azzardo.

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