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giovedì, 24 Ottobre 2024

Omicidio Loris, dalla scoperta del corpo alla madre indagata per l'assassinio

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Dieci giorni. È quanto ci è voluto per arrivare a una svolta nella morte del piccolo Andrea Loris Stival. Già, perchè da ieri sera la mamma del bimbo, Veronica Panarello, è in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere.
Dieci giorni durati un’eternità per la famiglia del piccolo, ma anche per l’intero paese, che chiedeva una spiegazione su quanto accaduto e che ora di fronte a quella che potrebbe essere una drammatica verità vorrebbe tornare indietro nel tempo a quando nulla era accaduto.

LA CACCIA ALL’ORCO

Invece sul calendario vi è come un segno indelebile su sabato 29 novembre, poco dopo mezzogiorno quando la mamma del bambino darà l’allarme: andando a prenderlo a scuola non lo trova e le maestre diranno che quella mattina Loris non è mai entrato in aula. E come tristemente tanti racconti di cronaca nera hanno insegnato negli anni se un bambino di otto anni scompare nel nulla non è mai per caso. Così iniziano le ricerche disperate per tutta la zona, agli uomini dei Carabinieri si uniscono i volontari del paese mentre in tutta Santa Croce Camerina, diecimila abitanti a sud di Ragusa, si grida già all’Orco. Tanto che quando un cacciatore della zona, Orazio Fidone, ritroverà il corpo del bimbo in contrada Mulino Vecchio, a 3 chilometri da casa, il dito viene puntato contro di lui, iscritto nel registro degli indagati per omicidio come atto dovuto. Tutti invece si stringono attorno alla famiglia di Loris e a quella madre e quel padre così giovani da non meritarsi una tragedia così grande.
Ma passano poche ore e gli inquirenti capiscono che qualcosa non va. I racconti di Veronica hanno troppe contraddizioni e anche l’analisi dei suoi spostamenti non convince. La donna ha infatti raccontato di aver lasciato il figlio alle 8.30 vicino alla scuola elementare “Falcone-Borsellino” che sorge in un’area pedonale. Il piccolo avrebbe quindi fatto pochi metri da solo a piedi seguito con lo sguardo dalla madre che in macchina aveva il bimbo più piccolo da portare alla ludoteca. Peccato che le numerose telecamere presenti nella zona riprendono la golf nera della famiglia Stival con a bordo solo il fratellino. Di Loris nessuna traccia.
36 MINUTI DI MISTERO
Sempre di più i racconti di Veronica si scontrano con la ricostruzione derivata dalle telecamere e dalle celle telefoniche. A partire da un secondo video che mostra la madre con i due bambini alle 8,15 a fianco della macchina, parcheggiata di fronte alla loro abitazione: ma mentre il piccolo sale, Loris se ne torna da solo verso casa dopo un litigio.
Orari e spostamenti che non tornano e trentasei minuti di mistero in una mattina che ha cambiato le sorti di un’intera famiglia. Infatti, la Panarello ha raccontato agli inquirenti che il 29 novembre aveva un corso di cucina con il robot Bimby al Castello di Donna Fugata dove si sarebbe diretta subito dopo aver lasciato i due figli. E invece la donna sarebbe arrivata sul posto solo alle 9.55 scusandosi con gli organizzatori per il ritardo. Ma cosa è accaduto in quell’ora e mezza? Seconda una nuova versione fornita dalla 25enne lasciato il bambino alla ludoteca sarebbe tornata a casa per alcune faccende domestiche e poi uscita di nuovo verso le 9.15. Ma telecamere e celle telefoniche dimostrano che la polo nera è stata parcheggia alle 8.49 davanti alla casa di via Garibaldi e poi è ripartita alle 9.25: dunque che cosa ha fatto Veronica in quei 36 minuti a casa? Non solo. Quando la donna sale di nuovo a bordo della Polo si dirige proprio a Mulino Vecchio, a 50 metri da dove è stato trovato il corpo di Loris, da dove ripartirà pochi minuti dopo per tornare nuovamente in via Garibaldi e poi dirigersi al Castello.
LA SVOLTA NEL CUORE DELLA NOTTE
E’ quasi la mezzanotte del 9 dicembre quando le agenzie di stampa battono la notizia che Veronica Panarello si trova in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario ed occultamento di cadavere.
La svolta è arrivata dopo giorni in cui il lavoro degli inquirenti ha portato a stringere il cerchio su di lei e dopo sei ore di interrogatorio in cui la donna però non ha mai confessato.
Così la mattina dopo Santa Croce Camerina si è svegliata in maniera diversa. Le troupe televisive hanno già invaso le strade del paesino, e questa volta non sono quelle della fiction sul commissario Montalbano, ambientata proprio in questi luoghi. Qualcuno ha chiuso le serrande e si rifiuta di parlare, altri sono pronti a scucire aneddoti sulla vita degli Stival ai cronisti, mentre le mamme che accompagnano i bimbi a scuola hanno l’aria assorta e preoccupata, alcune abbassano la testa, altre mormorano tra di loro “che razza di madre può aver fatto questo”. Mentre Veronica Panarello che ha trascorso la notte in cella di sicurezza in Questura si è chiusa nel silenzio. Nell’interrogatorio davanti al gip si è avvalsa della facoltà di non rispondere e si attende ora la decisione del giudice se convalidare il fermo in arresto.
“Se è stata lei mi cade il mondo addosso” ha detto tra le lacrime il marito Davide, che della morte del figlio ha saputo via radio mentre si trovava in viaggio di lavoro verso Roma.

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