Non possiamo prevedere come andrà a finire la vicenda della ministra Cancellieri in queste ore sulla graticola per una incauta telefonata fatta per richiamare, a chi di dovere, l’attenzione sulle precarie condizioni di salute della figlia di Ligresti detenuta in carcere.
Leggere e sentire, però, che personaggi dell’entourage berlusconiano mettano sullo stesso piano la telefonata della ministra con quella fatta dal Cavaliere alla Questura di Milano perché fosse immediatamente lasciata libera Ruby ha dello sconcertante: siamo oltre ogni limite di impudenza.
Ma i vari Cicchitto, Fitto, Brunetta, Gelmini, Carfagna, Santanchè pensano forse che gli italiani si sono dimenticati i fatti accaduti?
Ricordiamoglieli. Un presidente del Consiglio in carica, tale Silvio Berlusconi, si trova a Parigi per una missione di governo. Sul suo cellulare privato riceve una telefonata da una signora (che di professione fa la prostituta e che possiede il numero telefonico personale) la quale lo informa che una comune amica è stata fermata per presunto furto nei confronti della persona che la ospitava.
Il capo del Governo italiano si precipita da Parigi a telefonare alla Questura milanese per chiedere il rilascio immediato della ragazza (tra l’altro minorenne) per motivi diplomatici. La spaccia per la nipote del presidente egiziano Mubarak e quindi è meglio evitare grane a livello internazionale.
Tutto quello che è avvenuto dopo non ci interessa in questa sede.
Diciamo solo che l’idea di avere degli uomini e delle donne al vertice delle istituzioni della nostra Repubblica della risma dei sopracitati berlusconiani c’è veramente da disperarsi.
Ma quando mai l’Italia potrà liberarsi da una feccia politica di questa natura?
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