Di solito si dice “nessuna nuova buona nuova”. E purtroppo quando si parla di un caso di cronaca viene spesso facile applicare questo vecchio adagio. È il caso della mummia di Borgo San Dalmazzo, una vicenda che ha tenuto banco per alcune settimane, finendo nelle prime pagine dei maggiori quotidiani e in televisione.
Oggi la storia di Gabriella Giraudo è avvolta nel silenzio. Lo stesso silenzio in cui si è consumata quella strana convivenza tra Rosa Giraudo, sua consuocera e coinquilina, e quel corpo, da tempo, pare da anni, senza vita “seduto” su quella sedia con quella mano alzata come per benedire.
Tutto tace
Dopo che la tac eseguita all’ospedale di Savigliano dal medico legale Mario Abrate ha confermato che la mummificazione è stata di tipo naturale, visto che gli organi interni erano completamente intatti, nessun’altra notizia è arrivata dai laboratori. Ma soprattutto la Procura, nella figura del pubblico ministero Massimiliano Bolla, non ha ancora fatto richiesta di avvisi di garanzia. Eppure gli investigatori stessi, in questo caso i carabinieri, che indagano sul mistero di via Pedona non sono convinti che Rosa abbia agito da sola.
È anche vero che in questi ultimi giorni i militari dell’Arma hanno avuto ben altre gatte da pelare: quella cimice-spia piazzata sulla radiomobile della caserma di Borgo San Dalmazzo che da marzo ad aprile ha registrato conversazioni e telefonate della pattuglie. Un altro giallo che ha portato al trasferimento di sette militari in altre sedi. E pensare che in queste zone l’unico problema reale prima di questi avvenimenti, era contrastare lo spaccio di cannabis. Borgo san Dalmazzo insomma, nel giro di poche settimane, è uscita dall’anonimato e la cittadina di poco meno di 13mila anime dl sapore un po’ francese si è ritrovata per ben due volte invischiata in vicende lontane dalle fiere culinarie a cui era abituata.
La soluzione in via Pedona
Ma torniamo alla mummia: in paese i pochi che parlano si domandano come mai sia possibile che non si sia ancora giunti alla verità. La risoluzione del mistero, per alcuni, è lì in via Pedona, al civico 9, dove non vivevano solo Rosa e Gabriella, quest’ultima santona del paese, che prevedeva il futuro per quattro uova e qualche verdura, ma i figli delle due donne, vicini di “muro”, che incredibilmente avevano creduto alle parole di Rosa: «Gabriella è in viaggio». Un viaggio però da cui lei, come abbiamo scritto altre volte, non era mai tornata. E nonostante questo il suo silenzio non aveva destato preoccupazione. Quel silenzio che oggi oltre ad avvolgere il paese fin dall’inizio della vicenda, fa male e fa rumore se proviene dalla Procura che, utilizzando i termini cari alla cronaca nera in questi casi, pare proprio “brancolare nel buio”.
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