Mercoledì 20 novembre alle ore 20,30 si celebrerà in musica il Proclama di Moncalieri, presso la prestigiosa sede del Castello Reale di Moncalieri. Il secondo Concerto di stagione dell’orchestra da camera Giovanni Battista Polledro sarà dedicato al 170° anniversario del Proclama di Moncalieri. Grazie alla collaborazione e con il patrocinio dell’Assessorato Cultura del Comune di Moncalieri
L’Orchestra Polledro diretta dal maestro Federico Bisio, proporrà nella maestosa sala della Regina, un programma interamente dedicato alla musica per ensemble di fiati, con capolavori di Enescu e Dvorak. Trattasi del Dixtuor per fiati opera 14 di George Enescu e la Serenata per fiati opera 44 di Antonin Dvorak. Si segnala la partecipazione in Organico del maestro Carlo Romano (già primo oboe solista dell’Orchestra sinfonica Nazionale della Rai).
L’evento musicale sarà preceduto da una conferenza sul Proclama di Moncalieri del professor Giansavino Pene Vidari, presidente della Deputazione Subalpina di Storia Patria. L’appuntamento è alle ore 17.30 alla Biblioteca Civica Arduino di via Cavour 31, nell’ambito della rassegna di studi storici “Sguardi su Moncalieri”, a cura del Centro Studi Piemontesi.
L’assessore alla cultura del comune di Moncalieri Laura Pompeo: «Il concerto al castello Reale si terrà nella data precisa del 170° anniversario del Proclama di Moncalieri, firmato proprio qui da Vittorio Emanuele II il 20 novembre 1849. Si tratta di una pagina di storia cui si guarda ancora oggi come un punto di svolta. Disponendo lo scioglimento della Camera dei Deputati e la convocazione di nuove elezioni, Vittorio Emanuele II aprì la strada alla successiva ratifica del trattato di pace con l’Austria e favorì l’imporsi di uno stato nuovo, con un gruppo dirigente capace e una politica liberale solida. Va rilevato l’intento di Vittorio Emanuele di salvare un ancora fragile sistema costituzionale. La stagione che ne seguì portò in un decennio il re e il gruppo dirigente del piccolo Regno di Sardegna alla ribalta della storia nazionale, con l’unificazione dell’Italia nel 1861».
Paolo Bogliano