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giovedì, 24 Ottobre 2024

Metodo Stamina, nuovi inquisiti. “I pazienti non migliorano”

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Il metodo Stamina non porterebbe ad alcun miglioramento. E’ questa l’ipotesi degli inquirenti della Procura di Torino che indagano su Stamina Foundation, dopo che i primi test sulla tanto discussa “cura” non avrebbero affatto confermato i miglioramenti che alcuni familiari dei malati avevano creduto di riscontrare. Si stringe così il cerchio attorno a Davide Vannoni, ideatore e presidente della fondazione, laureato in Lettere, per cui potrebbe scattare presto il rinvio a giudizio anche per «esercizio abusivo della professione medica». Intanto il controverso trattamento terapeutico, giudicato dalla comunità scientifica privo di fondamento, rimane privo di brevetti e i suoi protocolli restano segreti.
I fatti. L’indagine sul metodo Stamina, basato sull’infusione di cellule staminali ideato, appunto, da Davide Vannoni, è stata avviata nel 2009 dal procuratore capo di Torino Raffaele Guariniello e chiusa nell’agosto 2012 con dodici persone iscritte nel registro degli indagati tra cui il presidente della Stamina Foundation, è stata riaperta due giorni fa. Alla base della decisione di riprendere il caso, la pubblicazione dei contenuti del parere ministeriale, che affermano che nelle infusioni non ci sarebbero le staminali in grado di trasformarsi in neuroni (concetto alla su cui si basa il metodo). Ai verbali sono seguiti l’incontro del pm con i Nas e nuovi controlli e acquisizioni disposti dalla Procura. Le indagini si sono concentrate anche sulle infusioni di staminali praticate agli Spedali di Brescia «a uso compassionevole». L’ipotesi di reato che pesa su Vannoni è gravissima: associazione per delinquere finalizzata alla somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica, nonché alla truffa. E nuove persone, di cui non si conoscono né l’identità né il numero, sono state inquisite.
Una settantina, invece, sono le vittime ipotizzate, identificate dai carabinieri dei Nas o in seguito a denuncia. L’ipotesi di Guariniello è che Vannoni abbia chiesto a ognuno di loro dai 25mila ai 50mila euro, versati con un bonifico e a titolo di donazione e che quindi Stamina Foundation non fosse affatto una onlus ma avesse specifiche mire economiche: quelle di «trarre guadagni da pazienti affetti da patologie senza speranza». Non solo. I pazienti/clienti sarebbero stati invitati a  «non dire nulla in giro perché queste procedure sono vietate» e addirittura, che ai vertici dell’organizzazione si sarebbero lasciati sfuggire la frase: «Per fortuna i malati sono in aumento».
Intanto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ribadisce la sua posizione contraria al metodo Stamina che «non esiste dal punto di vista scientifico, ma non abbiamo ancora le prove . L’altro comitato aveva già dato il verdetto». Ora ne istituisce un secondo che «vediamo cosa farà». I suoi membri saranno nominati nei prossimi due o tre giorni.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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