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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

L’ipotesi di applicare la Legge Marzano su Gtt sembra concretizzarsi. La battuta dell’assessora ai Trasporti Maria Lapietra, a margine della conferenza stampa sulla firma dell’accordo con Systra per la Metro2, «la Marzano salva tutto, salva anche me», fatta ai cronisti resta tale: una battuta. Ma è innegabile che in questi giorni frenetici di confronto serrato per trovare una via di uscita alla situazione Gtt la Marzano ha le sembianze della luce in fondo al tunnel.
Accantonata l’idea irrealizzabile del concordato preventivo, l’articolo 161 della legge fallimentare è dunque tornata in auge, anche se sono pochi ancora ad ammetterlo, seppur gli scettici di ieri oggi sospirano quel nome e “a domanda risponde” un cenno di assenso con il capo.
Cosa accadrebbe dunque? L’amministratore delegato Walter Ceresa andrebbe via per lasciare posto a un commissario nominato dal ministero, annullando così qualunque “scelta politica” nel direttivo della società. Il commissario potrà valutare di proporre un concordato con i creditori per risolvere i debiti aziendali e avrà 180 giorni di tempo per mettere a posto i conti della società. In ogni caso la scelta del commissariamento rinvierebbe ulteriormente l’approvazione del bilancio 2016 di Gtt.
Il passo successivo per il Gruppo Torinese Trasporti sarebbe la vendita: di sicuro non facile perchè il valore attuale dell’azienda è in forte ribasso.
Quello che è certo è che i tempi stringono. E se da Roma il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda assicura che la Marzano potrà essere comunque applicata anche dopo che finita la legislatura le Camere verranno sciolte, a Torino il nodo cruciale resta il piano industriale, di cui sono state fatte tre versioni in pochi giorni senza mai trovare l’accordo.
L’ultimo stop è stato dato dalla sindaca Chiara Appendino dopo che una nuova versione del piano prevedeva una ricapitolarizzazione di 25 milioni di euro da parte del Comune di Torino. In poche parole per la prima cittadina è impossibile pensare di ricapitolarizzare Gtt in quanto il Comune non può dare più di quanto già predisposto dall’assessore al Bilancio Sergio Rolando: 90 milioni comprensivi del rientro di vecchi debiti, gli interi guadagni dei parcheggi in zona blu per il 2018, due milioni e mezzo per la metropolitana e la sospensione dei crediti che la Città vanta nei confronti della società di corso Turati fino al 2022.
Eppure, nonostante il no alla nuova versione del piano industriale Appendino, a differenza di parte della sua maggioranza, con cui lunedì scorso ha avuto una riunione alquanto tesa, non vorrebbe ricorrere alla Marzano, definendola “un fallimento per tutti”.
Dal canto suo la Regione mette sul piatto gli sforzi fatti per salvare Gtt e rimpalla al Comune le colpe di questo impasse. Intanto si attende per venerdì il nuovo piano con i conti rimessi a posto e il 27 dicembre ci sarà l’incontro tra i vertici aziendali e i sindacati per discutere dell’ipotesi di esternalizzazioni e di 500 esuberi.

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