È una sala gremita quella che ospita la Commissione consiliare sul futuro della Fondazione Torino Musei e dei 28 lavoratori in esubero a cui è già stata recapitata una lettera di licenziamento.
«Sedersi al tavolo della trattativa in presenza di una lettera formale che avvia il licenziamento di 28 persone è come fare una trattiva con una pistola puntata alla testa»: non usano mezzi termini i rappresentanti sindacali per descrivere la situazione in cui si trovano e chiedono come «condizione essenziale» per iniziare una trattativa il ritiro «della lettera che avvia la procedura di licenziamento collettivo».
«E’ una vera e propria macelleria sociale – spiega Carlo Adorno, della Uil Fpl – vogliono ridurre i costi licenziando delle persone». Opinione condivisa anche da Dante Ajetti della Cgil Funzione Pubblica: «il comportamento della Fondazione Torino Musei è gravissimo considerando che si tratta di un ente strumentale del Comune. Comune che un tempo si adoperava a tutela del lavoro».
I sindacati hanno poi chiesto di poter incontrare anche i presidenti delle Fondazioni bancaria Crt e Compagina di San Paolo: «Il presidente Cibrario ha detto che senza i licenziamenti non arriveranno più i loro finanziamenti, cosa che nn credo sia vera» ha precisato Ajetti.
Intanto i lavoratori hanno annunciato un nuovo presidio in programma oggi pomeriggio davanti al Teatro Regio e sono già state raccolte quattromila firme per la petizione online contro i licenziamenti.