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martedì, 3 Dicembre 2024

Manituana occupato, i Cinque stelle: “Riconosciamo quell’occupazione”

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Un’occupazione con endorsement ufficiale quella di Manituana, il collettivo di studenti universitari che dopo gli sgomberi delle sedi occupate negli scorsi mesi questa mattina ha rotto i sigilli e ha preso possesso del deposito Amiat abbandonato in largo Vitale 113. Trovando il plauso del gruppo consiliare del Movimento 5 stelle.

Infatti, poche ore dopo la notizia dell’occupazione arriva il benestare della capogruppo M5s Valentina Sganga, che a nome dei suoi colleghi afferma: «Abbiamo appreso che lo spazio di largo Vitale 113, attualmente in disuso e di proprietà di e GTT e in gestione ad Amiat, è stato liberato dal collettivo universitario Manituana. Il collettivo Manituana è attivo da diversi anni sulla città di Torino e si è distinto per le attività culturali svolte. Come Movimento 5 Stelle riconosciamo la valenza socioculturale del Collettivo Manituana e l’importanza dell’utilizzo collettivo dei beni comuni che è al centro del processo di revisione del Regolamento Beni Comuni della Città di Torino».

I consiglieri M5s hanno poi rivolto un appello alla giunta per «avviare un’interlocuzione con gli studenti al fine di elaborare un progetto di utilità pubblica per quello spazio che coinvolga gli studenti e la comunità di riferimento».

Un riconoscimento importante per il collettivo che ha rivendicato la propria occupazione come un gesto «per una Torino diversa, aperta e solidale», criticando non poco l’operato dei 5 Stelle a livello nazionale. «Dopo la firma del contratto di governo, poveri, migranti, donne e soggettività non conformi sono state messe al centro dell’offensiva nazional-liberista di Salvini e Di Maio. Allo sfruttamento e alla precarizzazione si sono allora accompagnati disciplina ed autorità patriarcale».

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