«Questo procuratore di Torino meriterebbe di essere fucilato». Il boss di Cosa Nostra Totò Riina, nelle intercettazioni del 10 agosto 2013, dal carcere di Opera parla di Giancarlo Caselli ex procuratore di Palermo e di Torino e oggi in pensione. Nel suo dialogo durante l’ora d’aria con il detenuto Alberto Lorusso, Riina racconta che Caselli non c’entra nulla col suo arresto, visto che era arrivato in Sicilia da due giorni. «Questo di Torino si meriterebbe di essere fucilato – dice Riina intercettato. «Prendo un fucile…lo fuciliamo…questo procuratore di Torino è tutte cose…questo procuratore…l’aveva con tutti. Un pericolo…ma però…un pericolo relativamente».
Inoltre Riina con Lorusso ipotizza che la perquisizione nella villa di via Bernini, dove si nascondeva con la sua famiglia, non sia avvenuta perché fu proprio Caselli a bloccare l’irruzione dei Ros, guidati all’ora colonnello Mario Mori. «Ora, ora viene quello là…il generale…dice…” ma che volete che non ho fatto…io volevo andare e quello mi ha detto non ci andare”» continua Riina. “Il generale” sarebbe Mario Mori, che allora era colonnello, mentre “quello” è riferito a Caselli.
Il mancato blitz è finito già in un’aula di tribunale in un primo processo contro Mori, da cui venne assolto nel 2006.