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giovedì, 24 Ottobre 2024

Lovers Film Festival: tra gli ospiti trans ucraina costretta a fuggire

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Per il suo 37° anno il Lovers Film Festival, in programma a Torino dal 26 aprile al primo maggio, diventa sempre di più il festival dei diritti che parla al mondo. E lo fa non solo attraverso i suoi 54 film con tematiche Lgbtqi+, con i tre concorsi (lungometraggi, cortometraggi e documentari) ma anche attraverso gli ospiti, a cominciare dalla cantante ucraina trans Zi Faàmelu, costretta a fuggire dal suo Paese e ora rifugiata in Germania, dopo essere stata respinta al confine ucraino in quanto considerata uomo. Ad aprire e chiudere la kermesse i film ‘In from the Side’ di Matt Carter ed ‘El fantasma de la sauna’ di Luis Navarrete; la madrina sarà Barbara Bouchet, che dialogherà con la direttrice del Festival Vladimir Luxuria analizzando il genere che l’ha vista protagonista, la commedia sexy all’italiana in cui spesso venivano usate battute per ribadire la virilità dell’uomo. Presenza costante del festival il duo di drag queen Karma B. mente fra i vari ospiti si segnalano Michele Bravi, Sabina Guzzanti, Antonio Cabrini a parlare di sport e inclusione, e Fabrizio Petri, ministro plenipotenziario del ministero degli Esteri e Cooperazione Internazionale e inviato speciale per i diritti umani delle persone Lgbtqi+. Questa edizione dedicherà poi omaggi a Pier Paolo Pasolini, Monica Vitti e Judy Garland; a presiedere le giurie saranno tre uomini che rappresentano la storia del Movimento, Franco Grillini, Enzo Cucco e Vanni Piccolo. Novità di quest’anno, 4 Percorsi di visione, che racchiudono i film per filoni narrativi. “La cultura serve per aprire le menti, soprattutto in questo periodo, e in particolare in questo momento di guerra, con quell’omofobo pericoloso, che purtroppo si chiama come me, c’è bisogno di parlare di questi temi”. A sottolinearlo la direttrice del Lovers Film Festival Vladimir Luxuria che parla di “un festival pieno di film bellissimi, che commuovono, divertono, fanno riflettere, una vera celebrazione del cinema in generale e nello specifico del cinema Lgbtqi+”. Un’edizione che, nonostante la scadenza del contratto in estate, è probabile che non sarà l’ultima per lei. “Mi sono trovata molto bene in questi tre anni, ho lavorato con serenità e so che c’è la richiesta di continuare”, dice, non nascondendo che le farebbe piacere rimanere. Una strada che lo stesso direttore del Museo del Cinema Domenico De Gaetano conferma. “C’è la volontà di dare continuità e stabilità”, dice guardando come prospettiva il compleanno numero 40 di quello che definisce “un festival con un tema quanto mai attuale e che noi riteniamo necessario”. Anche per il presidente del Museo, Enzo Ghigo, “il festival si conferma un asset strategico non solo per la nostra Fondazione ma anche nel panorama cinematografico nazionale”. Per il sindaco di Torino Stefano Lo Russo è “una delle iniziative culturali simbolo della cultura dell’inclusione e dell’attenzione che ha Torino a questi temi che sono di strettissima attualità”, mentre in un messaggio l’assessora regionale alla Cultura Vittoria Poggio definisce il Festival un “manifesto di emancipazione in una stagione di libertà precaria delle nostre vite e che mette un punto esclamativo sul tema del diritto di esercitare il proprio modo di essere e di vivere le relazioni con gli altri senza il rischio di incorrere nella discriminazione”. 


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