di B.B.M.
I dati della Uil continuano a far parlare di una situazione molto seria per il lavoro a Torino. La città rimane infatti maglia nera per le richieste di cassa integrazione, che quest’anno crescono ancora, del 33,9%.
Il tema è dolente per tutto il Piemonte, a propria volta regione con il maggior numero di richieste Italia, che, ai dati di gennaio, vede un ulteriore aumento del 22,2%, con un picco di +58% per quella straordinaria. In termini assoluti, i lavoratori tutelati a gennaio sono stati 30.918, 6.607 in più rispetto al mese precedente. Il settore con più richieste è quello dell’industria, che manifesta un trend di aumento del 47,9%.
In questo quadro, come detto, il capoluogo non fa eccezione positiva. La città è infatti al primo posto per cassa integrazione in Italia, seguita da Bari e Milano, con erogazioni che ammontano a 3.917.529 ore, circa il 75% del totale regionale.
«I dati del primo mese dell’anno, relativi alle richieste di cassa integrazione, confermano il trend del 2016 – ha dichiarato Gianni Cortese, segretario generale della Uil Piemonte – La ripresa è fatta di consumi e investimenti. E’ importante, perciò, rinnovare i contratti, ridurre la pressione fiscale e programmare investimenti pubblici, utili a rendere competitivo, moderno e più sicuro il Paese»