È iniziata con 35 minuti di ritardo la storica visita del premier russo Vladimir Putin in Vaticano. Storica non perché sia la prima, si tratta della quarta da quando il leader russo si trova al Cremlino, ma per la comunità d’intenti espressa a parole dai due capi di stato negli ultimi mesi a riguardo della questione siriana.
Risale infatti a poco più di due mesi fa la lettera inviata da Papa Francesco a Putin, che all’epoca presiedeva il G20 di Pietroburgo, affinché si riuscisse a «trovare una soluzione che evitasse l’inutile massacro a cui si sta assistendo» in Siria.
Invito che, apparentemente, sarebbe stato accolto positivamente dal leader russo. Putin, infatti, avrebbe interceduto presso il governo di Bashar al Assad affinché si realizzassero le condizioni necessarie a impedire l’intervento armato voluto da Barack Obama dopo lo scandalo sull’uso di armi chimiche da parte dell’esercito regolare.
E proprio sulla Siria è intervenuto in mattinata anche Lavrov, ministro degli esteri russo. «Sarebbe un gravissimo errore e una responsabilità criminale – ha affermato Levrov – trascurare la possibilità di trovare una soluzione con la conferenza di Ginevra 2». Conferenza fissata proprio stamani dal segretario generale dell’Onu Ban ki-Moon per il prossimo 22 febbraio.
Insieme alle considerazioni in merito alla disastrosa situazione in Siria, altro tema centrale della conversazione tra Francesco e Putin doveva riguardare l’apertura del dialogo tra cattolici e ortodossi, nel tentativo di porre fine ai rapporti glaciali che intercorrono tra le due Chiese a seguito dello scisma millenario.
Importanti, in questo senso, i segnali distensivi dati dai due capi di stato durante l’usuale scambio di doni all’inizio dell’incontro. Putin infatti, dopo aver donato al pontefice un’elaborata icona, si sarebbe premurato di chiedergli se fosse di suo gusto. Al segno di assenso del primo è seguito un comune segno della croce cattolico-ortodosso.
Come fanno notare gli osservatori, non sono particolari di poco conto, tenendo presente che Putin è partito da Mosca portando con se un augurio da parte del Patriarca ortodosso affinché la sua visita contribuisse a distendere i rapporti con la Santa Sede. E poco più di dieci giorni fa il metropolita Halarion, considerato il ministro degli esteri della chiesa ortodossa, aveva affermato: «Non siamo ancora pronti per dire quando e dove avverrà l’incontro tra il pontefice e il patriarca, ma siamo pronti per preparare e lavorare a questo incontro».
Fitta l’agenda della visita di Vladimir Putin in italia: prima del meeting Italia-Russia previsto per domani a Trieste, l’incontro in serata con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A seguire il meno ufficiale incontro con l’ex premier Silvio Berlusconi, che lo attende per cena a Palazzo Grazioli a 48 ore dal voto in Senato per la sua decadenza.
Chissà se l’amico Putin riuscirà ad alleviare queste ultime, impegnative ore del Cavaliere.
Alessandra Del Zotto
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