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giovedì, 5 Dicembre 2024

La vera democrazia non è costosa

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Condivido totalmente il giudizio espresso oggi da Nadia Urbinati – una delle più attrezzate studiose della scienza della politica a livello europeo – quando contrappone sulla prima pagina de “L’Unità” alle critiche rivolte da più parti all’incontro “profondamente sintonizzato” tra il Cavaliere e Renzi, fondato in primis sul nuovo porcellino e sulla eliminazione del Senato che comporterebbe un miliardo di tagli per la politica, la tesi secondo cui le istituzioni si dovrebbero riformare per ragioni politiche non perché sono costose. «La democrazia – scrive la Urbinati – non è costosa: essa esiste o non esiste».
Tutto ciò non significa che non si debbano tagliare gli sprechi, e sono stanti, come le cronache quotidiane aimè documentano: dagli affitti d’oro per il palazzo al servizio dei parlamentari, agli elevati emolumenti rispetto agli altri parlamenti europei, ai vari benefit compresi i vitalizi per i quali in tempi non sospetti avevo proposto all’associazione ex parlamentari un auto riduzione del 20%.
Ma la radice della disputa sta appunto nel concetto che si ha di democrazia. Da questo punto di vista il neo segretario del Pd dimostra (non da oggi) di avere vocazioni tutt’altro che portate al confronto e all’implicito conflitto che stanno alla base del concetto di democrazia.
La problematicità, il dubbio tanto presenti nel pensiero di Norberto Bobbio (ricorre in questi gionri il decennale della sua morte), il confronto delle idee, il rifiuto della dittatura della maggioranza, non fanno parte, alla luce di quello che sta accadendo, del bagaglio culturale del sindaco di Firenze.
Dopo aver stravinto le primarie ci si aspettava da Renzi che la sua baldanzosità, la sua arroganza, il suo io ipertrofico, se non altro per ragioni di intelligente condotta di chi ha sulle spalle grandi responsabilità come la conduzione di un partito dalle poliedriche anime, venissero contenuti. Invece no.
Sempre “L’Unità” di oggi con grande titolo d’apertura annuncia: “Renzi raddoppia“. Chiaramente in polemica con le dimissioni di Cuperlo.
Le vicende interne al Pd non possono non preoccupare tutti coloro che hanno a cuore le sorti della democrazia, non solo in Italia, in Europa e nel mondo.
Le sempre più frequenti insorgenze nazifasciste sono campanelli di allarme tanto più alla vigilia di una competizione elettorale europea che vede baci e abbracci tra il neo leader della Lega con madame Le Pen, erede del Front National di marca inequivocabile razzista, xenofoba, fascista.
L’unico antidoto serio, fermo a questo rigurgito reazionario è la riaffermazione intransigente della democrazia, della partecipazione e del coinvolgimento dei cittadini alla vita pubblica, mettendo al bando ogni forma di autoritarismo e di populismo.
Renzi sta dimostrando vocazioni che mal si conciliano con certi valori democratici che ripudiano l’arroganza, contrapponendogli la modestia della ragione e, perché no, soprattutto per un cristiano come lui si proclama, dell’umiltà al servizio del bene comune.

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