Boom, Boom!! Sparano i cannoni nel Roero. Sparano verso le nuvole. Ma non ci sono alieni cattivi da allontanare, è semplicemente un sistema che, attraverso onde d’urto, cerca di contrastare l’arrivo di grandine sui campi che ha già fatto molti danni in questo 2021.
I sospetti che dietro inondazioni e catastrofi naturali (terremoti, cicloni, aumento della temperatura) in zone insolite, possano esserci gli “esperimenti” di una base americana in Alaska non sono una novità. Nel mirino degli osservatori internazionali, e non solo, da tempo c’è un’installazione civile e militare americana, HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program), situata tra i ghiacci di Gakona, su una ex base della USAF (United States Air Force). E’ stata costruita nel 1993 per ricerche sugli strati alti dell’atmosfera e della ionosfera (quella fascia fra i 60 e i 1000 km di altitudine in cui le radiazioni solari provocano la ionizzazione dei gas), per studi sulle comunicazioni radio per uso anche militare. Nel tempo le fila di antenne che caratterizzano questa base si sono notevolmente ampliate.
Attraverso le onde radio trasmesse nella ionosfera si crea calore, come i citati cannoni antigrandine, in grado di influenzare e determinare le perturbazioni. Ufficialmente nel centro Haarp si studiano le reazioni di questi fenomeni sulle comunicazioni e il loro impatto ambientale.
Queste antenne, con le loro emissioni elettromagnetiche e non si sa cosa altro, sono da tempo oggetto di interrogativi e perplessità e non potevano non scatenare periodicamente le ipotesi più catastrofiche da parte dei siti complottisti in allarme per le ricerche della base americana, con i suoi trasmettitori di radiazioni elettromagnetiche (onde corte), e per altre attività sospette.
Ufficialmente la ricerca HAARP è in gran parte di dominio pubblico ed ora vanta anche una maggiore trasparenza. La sua struttura, che risulta anche visitabile, è sotto la gestione dell’università di Alaska Fairbanks e vede collaborazioni con diverse realtà scientifiche anche private e commerciali.
Vi è tuttavia anche una parte più “misteriosa” di interesse militare. Sezione di cui non si sa molto o quasi nulla. Si parla di studi sulle comunicazioni a lunga distanza che interesserebbero i sottomarini, per nuove opportunità legate alle onde riflesse dalla ionosfera, ma è probabile che si sviluppino anche nuovi progetti ed esperimenti top secret.
Le accuse principali dei seguaci del complotto, e non solo, respinte da gran parte della comunità scientifica, ipotizzano che le ricerche sviluppate da HAARP, possano essere all’origine di scie chimiche, terremoti, catastrofi apparentemente naturali, estesi black out e azioni di condizionamenti del clima. Insomma quella che potrebbe rappresentare una vera e propria mostruosa arma geofisica che, secondo quanto affermava un ex governatore del Minnesota, vicino ai dettami cospirazionisti (Jesse Ventura), oltre a condizionare il tempo atmosferico, farebbe anche parte di un piano per controllare anche la mente attraverso il bombardamento di onde radio.
C’è chi si è spinto ad affermare che dietro questi esperimenti, oltre al condizionamento del clima, ci potrebbero essere riservatissime ricerche su fantascientifici sistemi antigravità e sullo spazio-tempo. (Qualcuno ricorderà il film Philadelphia Experiment del 1984). Ora pare che questi meccanismi di induzione climatica risultino rafforzati a seguito di nuove centri di ricerca avanzata (e riservata) in particolare in Antartide.
Tra le voci più convinte, di taglio complottista, attente alle radiazioni della base americana, si è distinto lo scienziato brasiliano Fran De Aquino: “Radiazioni di bassissima frequenza ad alta potenza, generate da un riscaldatore ionosferico ad alta frequenza, possono causare terremoti, cicloni e riscaldamento localizzato”. Per questo discusso personaggio i “terremoti artificiali sono una realtà”. Tuttavia le sue alquanto concise e per nulla supportate convinzioni, che parlano anche di possibili “viaggi nel tempo”, sono state oggetto di feroci e anche sarcastiche critiche da parte di ricercatori e siti scientifici.
Alle tesi complottiste e non solo che si erano manifestate in molti paesi, in particolare suscie chimiche e su possibili fenomeni sismici indotti, molti scienziati hanno replicato ribadendo come per dare un reale corso a terremoti, attraverso scariche di onde elettromagnetiche, siano necessari livelli di energia inauditi, non sostenibili neanche dalle file di antenne presenti in Alaska.
Anche se c’è chi sostiene che il progressivo svuotamento dei pozzi di petrolio, e soprattutto l’azione del fracking (fratturazione idraulica delle rocce per estrarre gas e petrolio), possa avere una correlazione con lo sviluppo di onde sismiche. Mentre è realtà che dei microsismi siano stati registrati dopo il boato per un gol di Cavani al San Paolo e in altri stadi particolarmente caldi e ampi.
Oltre ai teorici della cospirazione, che riprendono puntualmente fiato dopo inondazioni e disgrazie varie che colpiscono aree solitamente non caratterizzate da questi fenomeni, sono diverse e significative le iniziative ufficiali che nel tempo hanno puntato il dito contro HAARP.
Fece un certo clamore, nell’agosto 2002, l’appello rivolto all’Onu dai parlamentari della Duma di Mosca per la messa al bando degli esperimenti elettromagnetici portati avanti nella base americana. Questo per il sospetto che quegli studi, sulle emissioni di onde radio ad alta frequenza, potessero essere funzionali alla ricerca di nuove armi geofisiche integrali. Dimenticando quel ritornello dei bambini “chi lo dice lo è” che fa pensare ad installazioni e centri ricerca simili presenti nella stessa ex Unione Sovietica e in altre realtà.
Anche la Commissione Europea nel 1998 lanciò un allarme sull’impatto delle manipolazioni ambientali legate alle ricerche militari sviluppate da HAARP e sul loro utilizzo come potenziale arma, per nulla rassicurati dalle convenzioni in essere e dai controlli ufficiali degli organismi locali preposti su queste attività di manipolazione ambientale. La nota europea auspicava, non a caso, anche la costituzione di un apposito organismo internazionale indipendente in grado di valutare pericolosità e natura di queste attività per la salute pubblica.
Tra le tesi più ardite ci fu anche chi sosteneva che, attraverso l’azione delle onde corte elaborate da questo centro, si sarebbe potuto creare una sorta di cuscinetto nell’atmosfera in grado di costituire una sorta di scudo spaziale (tema molto in voga ai tempi di Donald Reagan). Anche leader come Ugo Chavez e l’iraniano Mahmoud Ahmadinejad citarono espressamente la base Haarp come possibile causa di catastrofici terremoti ad Haiti e in Pakistan.
Infine ricordiamo che nel 2011 un’interrogazione del discusso parlamentare, ginecologo agopuntore, Domenico Scilipoti (quello che con il suo passaggio al gruppo misto nel 2010, con sospetta corruzione poi archiviata nel 2016, salvò il governo Berlusconi) che fece espressamente riferimento ad HAARP in merito alle cosiddette scie chimiche.
Dopo quanto visto in Germania e Belgio, con le decine di morti provocati da straordinarie catastrofiche e inattese inondazioni, è venuto spontaneo un salto alle denunce sollevate nel 2003 da due giornalisti tedeschi, per il sospetto che, dietro le anomale grandi inondazioni avvenute l’anno precedente in Europa centrale, potesse esserci lo zampino della base dell’Alaska.
Per chi poi volesse cimentarsi con uno dei più tenaci fautori del Haarp attack, una figura chiave è certamente lo scrittore britannico David Icke (originario di Leicester). Lui non ha dubbi sull’origine di alcuni terremoti, come quello catastrofico che colpì l’Iran nei pressi di una centrale nucleare (costruita su una zona sismica). Il tutto in un crogiolo di rettiliani, fratellanze babilonesi, alieni, altre dimensioni, centri di potere occulto e ovviamente scie chimiche. Insomma un vero e seguito vate della cospirazione a tutto campo, che ovviamente ha idee molto originali anche sull’origine e lo sviluppo della pandemia in corso.
Il clima sta mutando e il riscaldamento globale non è una favola, come invece sosteneva Donald Trump tirando una palla di neve: caldo mai visto anche in Norvegia, poli che si squagliano in modo impressionante, incendi, tempeste improvvise dirompenti, chicchi di grandine grandi quanto una pallina da tennis, alluvioni che in un attimo bloccano interi Paesi e inverni che sembrano autunni. L’Italia patisce particolarmente queste nuove dinamiche climatiche soprattutto ma, più che per i sospetti cospiratori criminali nascosti, per la fragilità di un territorio soggetto a frane, smottamenti e disastri vari legati in primo luogo all’iper consumo del suolo e alla speculazione selvaggia, questo mentre in Africa la siccità sta mettendo in ginocchio intere popolazioni.
Prima delle scie e delle onde elettromagnetiche, che possono creare giustificati allarmi, c’è bisogno di un modello di sviluppo che comporti livelli di consumo del suolo e di risorse più equi e meno inquinanti per limitare il riscaldamento globale, iniziando da qualche Canadair in più e qualche jet militare supersonico in meno.
Insomma le nostre disgrazie ambientali non hanno bisogno di radiazioni elettromagnetiche, ci sono già. Certo i terremoti, spesso impercettibili, fanno parte delle ordinarie dinamiche della tettonica terrestre. Tuttavia le problematiche sul controllo della pericolosità di certe ricerche avanzate non è da prendere sottogamba. Insomma non sono tutte “sismobufale”.
Ultima considerazione: è quanto mai improbabile che ci sia una stanza segreta in cui qualche oscuro manovratore schiacciando un bottone possa far ballare la Terra, tuttavia è possibile che centri di ricerca militare, che di scrupoli non pare ne abbiamo mai avuti , siano attivi anche su questo terreno di ricerca. Insomma non sono tutte “sismobufale”. “A pensar male si fa peccato ma quasi sempre si indovina..” diceva Giulio Andreotti. Uno che di complotti, ma di quelli veri, era molto esperto.