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mercoledì, 23 Ottobre 2024

“Je suis taxi legale” contro il servizio Uber

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Un cartello bianco sul lunotto posteriore con la semplice scritta in stampatello “Je suis taxi legale”. È anche così che i taxi di Torino scelgono di combattere il servizio UberPop, sfruttando l’onda lunga del motto di solidarietà alle vittime della strage di Charlie Hebdo. Da settimane i tassisti chiedono alle istituzioni di contrastare concretamente gli autisti privati del servizio online che grazie all’applicazione, scaricabile da un qualsiasi smartphone, permette di individuare le vetture private più vicine e usufruire di un servizio taxi alternativo.
Una concorrenza spietata che ha fatto infuriare i tassisti di tutta Italia, che hanno pagato cara la propria licenza. Uber Pop è stato dichiarato illegale, ma come più volte hanno sostenuto gli assessori competenti, il Comune ha le mani legate e finché non ci sarà una legge nazionale al riguardo potranno solo limitarsi a fare controlli, multe e in alcuni casi sequestrare automobili.
In attesa del passo decisivo dal governo intanto, gli autisti dei taxi “regolari”, insieme agli autisti Ncc (noleggio auto con conducente) , hanno indetto uno sciopero di 24 ore per il 17 febbraio con tre presidi in città: uno in piazza Castello, uno in piazza Palazzo di Città e uno al Lingotto.
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