Un cartello bianco sul lunotto posteriore con la semplice scritta in stampatello “Je suis taxi legale”. È anche così che i taxi di Torino scelgono di combattere il servizio UberPop, sfruttando l’onda lunga del motto di solidarietà alle vittime della strage di Charlie Hebdo. Da settimane i tassisti chiedono alle istituzioni di contrastare concretamente gli autisti privati del servizio online che grazie all’applicazione, scaricabile da un qualsiasi smartphone, permette di individuare le vetture private più vicine e usufruire di un servizio taxi alternativo.
Una concorrenza spietata che ha fatto infuriare i tassisti di tutta Italia, che hanno pagato cara la propria licenza. Uber Pop è stato dichiarato illegale, ma come più volte hanno sostenuto gli assessori competenti, il Comune ha le mani legate e finché non ci sarà una legge nazionale al riguardo potranno solo limitarsi a fare controlli, multe e in alcuni casi sequestrare automobili.
In attesa del passo decisivo dal governo intanto, gli autisti dei taxi “regolari”, insieme agli autisti Ncc (noleggio auto con conducente) , hanno indetto uno sciopero di 24 ore per il 17 febbraio con tre presidi in città: uno in piazza Castello, uno in piazza Palazzo di Città e uno al Lingotto.