Sono 300 mila le persone che nelle ultime settimane sono state colpite dall’influenza. Settimane nere le ultime due dicembre e la prima di gennaio, che hanno fatto registrare dati che da dieci anni non venivano raggiunto: 13 malati ogni mille assistiti, una media più alta di quella nazionale pari a 9,11 ogni mille assistiti.
«Il virus – ha affermato l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Antonio Saitta – si è presentato quest’anno in forma più virulenta rispetto agli anni passati. Abbiamo promosso una campagna di vaccinazione antinfluenzale, che è arrivata a coprire oltre 614mila persone, con un dato in crescita rispetto alle 603mila dell’anno scorso. Sono stati vaccinati tutti i soggetti a rischio per patologie e le persone over65 e i bambini sotto i sei mesi, tutti individui che possono sviluppare gravi complicazioni».
«Abbiamo comunque superato il picco, nella prima settimana di gennaio – aggiunge Saitta – e ora è iniziata la discesa della curva. La situazione ha determinato un picco di afflussi nei pronto soccorsi, incrementato anche dal panico sulla meningite. I più colpiti sono stati i bambini fino a 14 anni. Il personale della sanità ha reagito prontamente e il sistema complessivamente ha tenuto. Molti ospedali hanno organizzato spazi dedicati e reparti-polmone per affrontare l’emergenza. In particolare la Città della Salute di Torino ha ricavato 14 posti letto in più, il Mauriziano 15 e il Giovanni Bosco 20. A tutti gli ospedali del Piemonte è stato detto che se quanto hanno fatto non fosse sufficiente, nessun posto deve restare libero all’interno di alcun reparto dell’ospedale».
«Non nascondiamo le difficoltà – ha concluso Saitta – ma ribadisco che c’è stata una tenuta complessiva. Il tutto riporta al tema dell’assistenza territoriale, che è ancora estremamente debole».