Misure del tutto inadeguate a fronteggiare lo smog presente a Torino e il crescente valore del PM10. É questa la motivazione con cui la Procura di Torino ha iscritto nel registro degli indagati della maxi inchiesta guidata dal pm Gianfranco Colace gli attuali vertici di Comune e Regione Piemonte e il loro predecessori.
Nel fascicolo sono infatti elencati i nomi della sindaca Chiara Appendino e dei suoi assessori all’Ambiente Stefania Giannuzzi e poi Alberto Unia. Ma anche i predecessori Piero Fassino e Enzo Lavolta. Così come sono indagati Alberto Cirio e Sergio Chiamparino e i loro assessori Alberto Valmaggia e Matteo Marnati.
Come detto secondo la Procura le misure adottate dalla Regione Piemonte erano “inadeguate a eliminare o contenere nei limiti legali i valoro di PM10” inoltre ha adottato “un meccanismo di attivazione delle misure bastato su ripetuti e consecutivi superamenti del valore limite di PM19 giornaliero secondo livelli crescenti di allarme in modo tale da consentire l’accumularsi dell’inquinante sopra il limite senza prevedere alcun intervento e stabilendo una deroga all’innalzamento dei livelli di allarme secondo un criterio prognostico inidoneo a fronteggiare i superamenti riscontrati e tale da vanificare la stessa previsione dei livelli di allarme e l’applicazione delle rispettive misure di intervento”.
Per quanto riguarda il Comune di Torino, invece, le amministrazioni oltre a misure inadeguate avrebbero previsto“numerosissime esenzioni di divieti di circolazione veicolare, cosi da compromettere l’efficacia dei blocchi quando disposti” inoltre con pochi controlli da parte dei vigili urbani: “non effettuavano i dovuti controlli rispetto al traffico veicolari tanto che per es. nel 2015 le contravvenzioni elevate erano soltanto 39 e nel 2016 soltanto 137”.
Non meglio anche i controlli sulle caldaie degli immobili civili che non sarebbero state controllate nel dovuto modo.
Infine il Comune non avrebbe preso “se non eventualmente in parte e in maniera insufficiente e inefficace misure di riduzione del traffico veicolare analoghe a quelle sperimentate da anni e con efficacia da città italiane ed europee”. Tra queste l’accesso a pagamento al centro cittadino, agevolazioni tariffarie per il trasporto pubblico locale, l’incentivazione bike-sharing e le agevolazioni e l’incrementazione degli stalli per veicoli elettrici.