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giovedì, 5 Dicembre 2024

Inchiesta smog, per la procura: “Misure inadeguate a fronteggiare inquinamento”

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Misure del tutto inadeguate a fronteggiare lo smog presente a Torino e il crescente valore del PM10. É questa la motivazione con cui la Procura di Torino ha iscritto nel registro degli indagati della maxi inchiesta guidata dal pm Gianfranco Colace gli attuali vertici di Comune e Regione Piemonte e il loro predecessori. 

Nel fascicolo sono infatti elencati i nomi della sindaca Chiara Appendino e dei suoi assessori all’Ambiente Stefania Giannuzzi e poi Alberto Unia. Ma anche i predecessori Piero Fassino e Enzo Lavolta. Così come sono indagati Alberto Cirio e Sergio Chiamparino e i loro assessori Alberto Valmaggia e Matteo Marnati.

Come detto secondo la Procura le misure adottate dalla Regione Piemonte erano “inadeguate a eliminare o contenere nei limiti legali i valoro di PM10” inoltre ha adottato “un meccanismo di attivazione delle misure bastato su ripetuti e consecutivi superamenti del valore limite di PM19 giornaliero secondo livelli crescenti di allarme in modo tale da consentire l’accumularsi dell’inquinante sopra il limite senza prevedere alcun intervento e stabilendo una deroga all’innalzamento dei livelli di allarme secondo un criterio prognostico inidoneo a fronteggiare i superamenti riscontrati e tale da vanificare la stessa previsione dei livelli di allarme e l’applicazione delle rispettive misure di intervento”.

Per quanto riguarda il Comune di Torino, invece, le amministrazioni oltre a misure inadeguate avrebbero previstonumerosissime esenzioni di divieti di circolazione veicolare, cosi da compromettere l’efficacia dei blocchi quando disposti” inoltre con pochi controlli da parte dei vigili urbani: “non effettuavano i dovuti controlli rispetto al traffico veicolari tanto che per es. nel 2015 le contravvenzioni elevate erano soltanto 39 e nel 2016 soltanto 137”. 

Non meglio anche i controlli sulle caldaie degli immobili civili che non sarebbero state controllate nel dovuto modo. 

Infine il Comune non avrebbe preso “se non eventualmente in parte e in maniera insufficiente e inefficace misure di riduzione del traffico veicolare analoghe a quelle sperimentate da anni e con efficacia da città italiane ed europee”. Tra queste l’accesso a pagamento al centro cittadino, agevolazioni tariffarie per il trasporto pubblico locale, l’incentivazione bike-sharing e le agevolazioni e l’incrementazione degli stalli per veicoli elettrici. 

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