Più di cinquemila richieste di sfratto in Piemonte, che potrebbero diventare realtà nei prossimi mesi. È l’allarme lanciato da Cgil, Cis, Uil, Sunia, Sicet, Uniat e Unione Inquilini che chiedono al Governo e alla Regione di cercare soluzioni contro la sofferenza abitativa. Lunedì 21 marzo, dalle 10 alle 13, ci sarà un presidio davanti alla sede del Consiglio Regionale.
“L’iniziativa – spiegano i sindacati – nasce da una forte preoccupazione dovuta alla mancanza di politiche abitative strutturali. Il Governo deve rispondere alle 866 mila famiglie povere che secondo l’istat vivono in affitto, pari al 43% del totale delle famiglie in povertà assoluta. Dopo la pandemia e la ripresa delle esecuzioni degli sfratti sono circa 130-140 mila i nuclei che rischiano di rimanere sulla strada, decine di migliaia le esecuzioni immobiliari, i rincari delle utenze domestiche oltre all’incremento dell’inflazione sono un macigno per le famiglie”. In Piemonte le richieste di sfratto potrebbero essere – secondo le stime sindacali – più di 5.000. “Chiediamo che il presidente e la Giunta regionale si attivino per ottenere presso le Prefetture un tavolo per programmare gli sfratti garantendo un passaggio da casa a casa. Al Governo chiediamo un adeguato rifinanziamento dei fondi sostegno affitto e per la morosità incolpevole, anche alla Regione chiediamo che stanzi risorse proprie aggiuntive. È necessario che la Regione coordini l’attività delle Atc piemontesi per fare in modo che rispondano con maggiore efficacia e tempestività all’emergenza abitativa.
Il Pnrr e la legge di bilancio non hanno dato risposte, è ora che il Governo raccolga le istanze e avvii una stagione di confronto con le parti sociali per individuare soluzioni che evitino lo scontro sociale”