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mercoledì, 23 Ottobre 2024

In Piemonte in arrivo cinquemila sfratti

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Più di cinquemila richieste di sfratto in Piemonte, che potrebbero diventare realtà nei prossimi mesi. È l’allarme lanciato da Cgil, Cis, Uil, Sunia, Sicet, Uniat e Unione Inquilini che chiedono al Governo e alla Regione di cercare soluzioni contro la sofferenza abitativa. Lunedì 21 marzo, dalle 10 alle 13, ci sarà un presidio davanti alla sede del Consiglio Regionale.
“L’iniziativa – spiegano i sindacati – nasce da una forte preoccupazione dovuta alla mancanza di politiche abitative strutturali. Il Governo deve rispondere alle 866 mila famiglie povere che secondo l’istat vivono in affitto, pari al 43% del totale delle famiglie in povertà assoluta. Dopo la pandemia e la ripresa delle esecuzioni degli sfratti sono circa 130-140 mila i nuclei che rischiano di rimanere sulla strada, decine di migliaia le esecuzioni immobiliari, i rincari delle utenze domestiche oltre all’incremento dell’inflazione sono un macigno per le famiglie”. In Piemonte le richieste di sfratto potrebbero essere – secondo le stime sindacali – più di 5.000. “Chiediamo che il presidente e la Giunta regionale si attivino per ottenere presso le Prefetture un tavolo per programmare gli sfratti garantendo un passaggio da casa a casa. Al Governo chiediamo un adeguato rifinanziamento dei fondi sostegno affitto e per la morosità incolpevole, anche alla Regione chiediamo che stanzi risorse proprie aggiuntive. È necessario che la Regione coordini l’attività delle Atc piemontesi per fare in modo che rispondano con maggiore efficacia e tempestività all’emergenza abitativa.
Il Pnrr e la legge di bilancio non hanno dato risposte, è ora che il Governo raccolga le istanze e avvii una stagione di confronto con le parti sociali per individuare soluzioni che evitino lo scontro sociale” 

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