di Daniele Viotti
Sono stato zitto sei mesi, anche perché dopo tanto parlare era giusto dare alla giunta Appendino la possibilità di dimostrare, coi fatti, di essere all’altezza della situazione. A quanto pare, però, in questa città manca un progetto e siamo vittime di pressappochismo, dilettantismo e arroganza. In questi sei mesi è successo di tutto: il calo dei visitatori nei musei, Natale coi fiocchi – una baracconata su cui la Procura sta indagando, la mancata nomina del direttore del Museo Egizio, la gestione del rapporto con la direttrice della Fondazione Musei Patrizia Asproni, la grande confusione sotto il cielo per il Museo del Cinema, l’indifferenza sul folk club, la melina su ToDays, la perdita del Jazz Festival, l’addio alla mostra di Manet.
Questa mattina mi alzo e leggo del TGLFF. L’assessore alle Pari Opportunità Marco Giusta ha da poco assicurato che la situazione è sotto controllo e che il Tglff si farà. E – attenzione – aggiunge che c’è un progetto.
Sono certo anche io che il Festival si farà, e si farà perché si tratta di una struttura efficiente e collaudata, retta da professionisti (loro sì). Ma in questo modo non si danno certezze alle persone che ci devono lavorare, non si permette al Festival di crescere e si rischia, così, di sacrificare una creatura che porta decine di migliaia di persone di pubblico e affronta tematiche importantissime.
Le fonti di Gabriele Ferraris dicono che “un festival così si può organizzare in quattro mesi”, le mie che “grazie a Gabo qualcosa inizia a muoversi”. E speriamo si possa partire da domattina.
Insomma, da parte di chi ha passato anni a dirci di essere incapaci e in malafede mi aspetterei un po’ meno arroganza e un po’ più di lavoro, fatti e risultati. Dopo qualche mese, direi che possiamo cominciare a fare bilanci.