Il mestiere di ladro comporta dei rischi ha sentenziato con l’aria chi se ne intende il senatore leghista Cesare Pianasso, canavesano doc. La sua espressione, che la Stampa si affretta a definire “durissima”, è vicina al tabaccaio di Pavone Canavese, Franco Iachi Bonvin, che la settimana scorsa ha ucciso a colpi di una 357 Magnum un rapinatore di 19 anni. Una tragedia individuale e collettiva. L’avverte la comunità canavesana, ricadrà all’improvviso, con la pesantezza del piombo, sulla coscienza del tabaccaio. È inevitabile. Chi ha lavorato una vita onestamente, non ha mai messo in conto e fino in fondo di prendere la vita di un altro.
Il senatore Pianasso non è dello stesso avviso. Preferisce non addentrarsi nella nebulosa della coscienza. Fedele interprete della linea salviniana dell’occhio per occhio, dente per dente, deve essersi convinto che i suoi elettori lo vogliano un mix di Rambo e Ispettore Callaghan, un paio di caricatori a tracolla, M16 impugnato con la mancina, la 357 nell’altra. Insomma, uno sputafuoco di quelli seri che non arretra dinanzi a nulla. Neppure davanti alla legge. Tanto con quella sulla legittima difesa l’estrema conseguenza è oggi sempre giustificata per alcuni. È sufficiente essere o sentirsi vittima. E un giorno, dopo l’apprendistato con lenzuola e striscioni, magari, lo sarà anche un bel tiro a segno contro chi manifesta pacificamente e democraticamente.