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giovedì, 24 Ottobre 2024

I No Tav accusano: “Sistema di telecamere nei boschi per spiarci”

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Un video ritrae il capo della Digos Carlo Ambra e altri funzionari nei boschi della Valsusa intenti a provare il funzionamento di una videocamera nascosta tra gli alberi. 

A diffonderlo i canali social di notav.info, che precisano come la Questura di Torino abbia istallato un sistema di telecamere wireless nel sentiero che da Giaglione porta in Clarea per spiare il movimento. Sistema che il Movimento che lotta contro l’Alta Velocità è riuscito a scoprire e rimuovere. 

“L’ossessione della questura torinese per i notav non ha limiti, soprattutto di budget” scrivono i No Tav, che riconducono il momento dell’installazione al periodo di quarantena per il Covid-19. “ Mentre mancavano i respiratori negli ospedali, la questura di Torino e la Digos hanno pagato un’azienda esterna (la Area SPA) per l’installazione di diversi pozzetti con ricetrasmittenti wireless, mobile, telecamere e microfoni nascoste tra i sassi dei muretti e alimentate da batterie di camion e automobili. Nello stesso periodo in cui negli ospedali mancavano respiratori e dispositivi di protezione per la salute la questura spendeva decine di migliaia di euro di soldi pubblici in questa ridicola operazione di spionaggio. Chi sono i veri criminali?” concludono gli attivisti. 

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