I telefoni delle segreterie delle scuole non smettono di squillare in questi primi giorni dal rientro, segnati soprattutto della nuove norme e dal picco dei contagi. Una media di due alunni per classe erano assenti al suono della campanella che lunedì sanciva il rientro dopo le feste natalizie, malati o in quarantena. Ma a loro si stanno aggiungendo quanti in queste ore risultano positivi.
E così si riprende con il rischio di contagio e quarantena per le classi e soprattutto con tutte le incertezze di una nuova normativa arrivata alla vigilia della riapertura delle scuole che il personale deve ancora studiare.
A peggiorare le cose l’Asl che per l’elevato numero di casi non riesce più a gestire le pratiche e che quindi ha lasciato le classi, genitori e alunni, abbandonati a se stessi. Infatti, alle famiglie di bambini a contatto con positivi, che secondo le normative devono fare un test (anche solo rapido) prima di rientrare, viene chiesto di provvedere in autonomia.
Ovvero, da soli i genitori devono prenotare e pagare il tampone per il proprio figlio. Uno immediatamente dopo il contatto con il bambino positivo e uno dopo cinque giorni. Per una media di 25-30 euro per ciascun figlio e per ogni volta che un compagno di classe risulta positivo.
“Una trafila impensabile. Trovare spazio per un tampone è impossibile, ci vogliono giorni. E tutte le spese ora sono a nostro carico. Tanto vale stare a casa e fare Dad, si fa meno fatica” commentano alcuni genitori. “Non possono chiedere alle famiglie di farsi carico di un onere che spetta alla scuola e al servizio sanitario” continuano altri.
In pochi giorni dalla ripresa le regole sono sempre più confuse e i casi registrati negli istituti in crescita e c’è chi teme che ormai il ritorno alla didattica a distanza sia imminente.