Una volta, nel giurassico calcistico, quando si poteva vincere uno scudetto anche se non ti chiamavi Juventus, c’erano “i gemelli del goal” che facevano sognare in granata. Erano Paolino Pulici e Ciccio Graziani e in una stagione resero quel sogno una realtà.
In anni recenti, con l’avvento degli apostoli del Movimento sociale Cinquestelle, si sono proposte alla ribalta “le gemelle del flop”, le note sindachesse di Torino e Roma, Chiara Appendino e Virginia Raggi. Due che per come amministrano le città e decidono il presente e soprattutto il futuro, nel caso di Chiara Appendino, hanno trasformato i sogni di chi le ha votate e le speranze dei cittadini in altrettanti incubi.
Oggi, grazie al governo Legastellato gli italiani hanno scoperto “i gemelli della cuccagna”, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, rappresentazione autentica di Cetto Laqualunque in versione sovranista, che anziché “più pilo per tutti” promette “più grano per tutti”.
Veri gemelli per posizione e potere hanno dato seguito a un sogno antico: sconfiggere la povertà e la disoccupazione.
Al momento lo hanno fatto per decreto, anzi decretone, con il reddito di cittadinanza e con Quota 100 per le pensioni. Più avanti si vedrà. Magari, dopo il voto delle Europee, quando cifre alla mano, il livello degli occupati (Confindustria ha già ammonito che non vi sono abbastanza posti di lavoro per soddisfare il reddito di cittadinanza) e delle casse erariali (la Ragioneria dello Stato è sempre fissata con le coperture…)
diranno se il sogno si è avverato oppure no.
Ma anche nella seconda malaugurata ipotesi, i gemelli della cuccagna avranno visto lontano. Come si dice: “tutti poveri, nessun povero”.