Dovrebbe essere domani il giorno giusto per Gtt. Ovvero, quello in cui l’assemblea dei soci voterà il piano industriale e il bilancio del Gruppo Torinese Trasporti. Una tappa fondamentale per la società di corso Turati che appunto con questo piano si gioca il proprio futuro dopo il problema dei gravi disallineamenti nei bilancio degli anni scorsi che hanno portato al tracollo economico.
Dopo avere avuto il via libera dal Cda domani dunque il piano industriale e finanziario sarà messo davanti al parere dell’assemblea dei soci, ovvero del Comune di Torino stesso, attraverso la sua controllata, la finanziaria Fct Holding. Sul tavolo circa 140 milioni: questa la cifra che serve per risanare i conti dell’azienda del trasporto pubblico locale e permettere un suo rilancio.
Diverse le azioni previste dal piano, redatto con l’aiuto dell’advisor esterno Kpmg e grazie alla consulenza di Deloitte: a partire da un maggior ricorso ai subappalti, a uno snellimento delle corse e delle linee e a un riordino del personale.
Ad esempio, esternalizzare le tratte che rendono meno, quelle più periferiche e meno utilizzate che potrebbero invece essere gestite da piccoli soggetti, permettendo fino a un euro di guadagno a ogni chilometro subappaltato. E lo stesso vale per i servizi di manutenzione che se esternalizzati sarebbero meno costosi rispetto agli stipendi dei dipendenti pagati per queste funzioni.
Altra carta che Gtt si gioca per arrivare alla fatidica somma necessaria per la salvezza una rivisitazione dell’intera rete dei trasporti e un rinnovo della flotta. Progetto condiviso dall’amministrazione comunale che con l’assessora Maria Lapietra ha già presentato un nuovo piano del trasporto pubblico che prevede il taglio di alcune linee di bus e tram meno usate e un potenziamento di quelle con più utenti. Oltre a una pianificazione di investimenti per nuovi tram, che permettono una migliore ammortizzazione dei costi rispetto ai bus, e una flotta di pullman più giovane ed ecologica.
Nodo centrale anche quello dei lavoratori Gtt. Il piano infatti prevede una riduzione di 550 dipendenti su circa cinque mila in totale. Si tratta di figure che da qui al 2021 andranno in pensione senza essere sostituite. Tagli che preoccupano non poco i lavoratori che lunedì hanno scioperato per 24 ore e si sono dati appuntamento sotto la prefettura in occasione del Consiglio comunale per protestare contro un’amministrazione che non aveva dato loro nessuna risposta concreta sul futuro.
Chissà che con domani queste risposte non arrivino.