«Rinaldi faccia due passi in piazza Castello con più serenità» risponde così Marco Grimaldi, consigliere regionale di Sel al sovrintendente ai Beni Architettonici di Torino, Luca Rinaldi. Le dichiarazioni rilasciate ieri da Rinaldi secondo cui il vagone su cui primo Levi venne trasportato ad Auschwitz, da ieri esposto davanti Palazzo Madama a Torino, sarebbe un «baraccone» e una «pagliacciata» e vorrebbe fosse tolto il prima possibile.
Per Grimaldi, invece,«forse talvolta all’estetica andrebbe anteposto il significato e il valore storico e culturale degli oggetti. E d’altra parte – continua – a mia memoria, sono tali e tante le installazioni, i gazebo e i baracconi di dubbio gusto che frequentemente occupano le nostre piazze storiche, per iniziative infinitamente più frivole o ancor peggio commerciali, che a confronto di tutto ciò il vagone di Primo Levi spicca anche per la sua bellezza».
Grimaldi conclude sperando che il sovrintendente possa rivedere le sue affermazioni, magari dopo aver fatto una passeggiata in piazza e una visita allo storico vagone «comprendendo l’empatia positiva che quell’oggetto ha generato nei cittadini in queste poche ore.
Quel vagone rappresenta una delle pagine più terribili della storia dell’umanità» chiosa Grimaldi, sicuro che, con la giusta serenità, il sovrintendente potrà recarsi a verificare in prima persona l’effetto che ancora oggi produce sui cittadini più giovani come sui più anziani. Solo a quel punto, secondo il consigliere di Sel, le armonie prospettiche (o i contrasti) con Palazzo Madama e l’architettura della piazza, potranno passare in secondo piano.