Un colpo di Stato 3.0 è stato fermato anche grazie a smartphone, applicazioni, sms e social.
Mentre si contano i morti, più di duecento, del tentato golpe in Turchia, la notte appena passata racconta di un Paese nel caos che il presidente Erdogan ha riconquistato, da un aereo che ha continuato a volare sui cieli turchi, in circolo, come dimostrano i tracciati di flightradar24.
È bastata un applicazione del suo iphone al presidente per annunciare al popolo che lui era ancora al comando. Non solo. Tramite FaceTime ha invitato i turchi a scendere in piazza.
E cosi è stato. Mentre le televisioni venivano oscurate, Twitter e Facebook raccontavano cosa avveniva, con filmati e immagini.
Ironia della sorte, scrive oggi Huffington Post Italia, Erdogan “salvato” proprio da quei social che lui vuole spegnere.
Scrive il giornale israeliano Haaretz: «Forse quei messaggi che Erdogan è riuscito a fare utilizzando uno smartphone, le applicazioni di messaggistica istantanea e i social media lo hanno contribuito a salvarlo? Le forze a lui fedeli probabilmente avrebbero vinto comunque e il popolo lo avrebbe sostenuto lo stesso, ma certamente le nuove tecnologie hanno giocato un ruolo. Ed è stato tristemente ironico che nel momento in cui Erdogan è stato tagliato fuori dalla sua base di potere, abbia fatto ricorso alla tecnologia e alla rete che cercava da anni di demonizzare e di spegnere».
Difficilmente Erdogan sarà benevolo con i militari golpisti arrestati, come è difficile che il presidente lo sarà nonostante l’aiutino con i nuovi mezzi di comunicazioni, che oggi gli hanno salvato probabilmente anche la vita, ma che lui, in quanto strumento democratico, odia.