Continua e si fa più acceso il dibattito politico sul gioco d’azzardo in Piemonte. Qui da tre anni è in vigore una legge più restrittiva di quella nazionale in materia di slot machine, che ha fatto calare il gioco con le macchinette del 9,7%, a fronte di un aumento dell’1,6% nel resto d’Italia. Il Pd vuole impedire l’approvazione di una proposta della Lega che intende abolire la retroattività del “distanziometro”, strumento che impone distanze di rispetto prestabilite per l’installazione di macchine da gioco nei pressi di punti sensibili come scuole e ospedali.
«Il ritorno alla situazione esistente prima dell’approvazione dell’attuale legge sul gioco d’azzardo – ha spiegato in conferenza stampa il capogruppo Domenico Ravetti, con i consiglieri Domenico Rossi e Diego Sarno – sarebbe una resa totale alle richieste dei produttori e dei gestori degli apparecchi da gioco. Questa retromarcia aggraverebbe la situazione del Piemonte, in cui si stimano 50 mila giocatori problematici, con l’Osservatorio regionale sull’usura che evidenzia la presenza di 38 mila famiglie a rischio e 11 mila che ricorrono al Monte dei pegni a causa del gioco d’azzardo».
«Il centrodestra che governa il Piemonte – rimarca Ravetti – ritiene che ci siano interessi da tutelare più importanti della salute dei cittadini. Vuole smantellare una buona legge, riportando le lancette dell’orologio indietro di tre anni e cancellando ogni argine all’offerta di gioco. È un passo indietro, che anche per la Società italiana tossicodipendenze avrebbe un impatto disastroso e provocherebbe una nuova impennata del gioco d’azzardo, a danno soprattutto dei cittadini più deboli».