di Bernardo Basilici Menini
Anche dal Partito Democratico arrivano le reazioni alla scelta di cda dell’Università di Torino di rinunciare all’insediamento del polo di Bioingegneria nelle arcate dell’ex Moi. A parlare è Stefano Lo Russo, capogruppo del Pd in Sala Rossa: «L’annuncio dell’Università di Torino ci preoccupa e ci inquieta, anche per le ricadute negative che avrà sul quartiere, e che arriva nonostante gli sforzi messi in atto in questi mesi per cercare di risolvere i problemi tecnici e logistici legati all’avvio di uno dei più importanti ed ambiziosi progetti messi in campo negli ultimi anni a Torino».
Il polo, dice Lo Russo, «rappresenta infatti il primo e fondamentale tassello della Nuova Città della Salute nell’area Avio-Oval, uno dei cardini del programma di governo della Sanità piemontese e una straordinaria occasione di riqualificazione per l’intera zona sud di Torino».
Dopo gli attacchi di questa mattina del vicesindaco Montanari all’ex sindaco Piero Fassino, Lo Russo si rivolge all’amministrazione cittadina: «A questo punto invitiamo la Sindaca Appendino a costruire immediatamente le condizioni perché il Politecnico possa continuare, anche da solo, nell’operazione avviata. Sono molte infatti le sinergie attivabili con le imprese del settore sanitario e biomedicale che possono essere insediate in raccordo con la presenza universitaria sul modello già sperimentato e di grande successo della Cittadella Politecnica. Per fare questo – prosegue il capogruppo Pd – occorrono però due condizioni: la prima è la ferma volontà politica della Città di andare avanti e non rinunciare al progetto, la seconda sono le risorse economiche per adeguare le strutture».
«Sulla prima la aspettiamo ribadendo la nostra ferma convinzione dell’assoluta importanza strategica del progetto e garantendole fin d’ora il nostro pieno sostegno ad andare avanti. Sulla questione risorse le suggeriamo di attingere a quelle derivanti dalla legge post olimpica 65/2012 che si possono rendere disponibili attraverso la Fondazione XX Marzo e a chiedere alla Regione di attivarsi anche su risorse derivanti dalla programmazione dei fondi strutturali o da fondi dell’Assessorato alla Sanità. Sempre in tema di risorse siamo convinti che su un progetto di natura pubblica di questa portata e rilevanza sarebbe oltremodo utile coinvolgere anche le Fondazioni torinesi», conclude Stefano Lo Russo.