L’incontro al Ministero del Lavoro si è concluso con un nulla di fatto per i lavoratori Embraco in attesa di una proroga della cassa integrazione senza la quale il 22 luglio scatteranno i licenziamenti.
La discussione si è arenata sul problema dei costi del Tfr collegato alla nuova cigs a carico della curatela, circa 1 milione di euro mentre l’idea era di prevedere come nel decreto Genova una cassa non onerosa.
“Ancora oggi, a 8 giorni dai licenziamenti collettivi e nonostante quanto previsto dal decreto Sostegni, la curatela e i ministeri competenti non riescono a trovare una soluzione tecnica in grado di garantire la copertura degli ammortizzatori sociali. Questa ennesima battuta d’arresto non fa che prolungare il calvario dei 400 lavoratori. Dopo 4 anni di lotte, siamo indignati da una pantomima che non è più tollerabile” commentano Vito Benevento, segretario organizzativo Uilm Torino, e Mario Minore, Rsu Uilm ex Embraco.
“E’ allucinante. Mancano pochi giorni, si deve trovare una soluzione politica ai problemi economici posti dalla curatela fallimentare. La normativa deve permettere alle situazioni come Embraco l’utilizzo della proroga della cassa integrazione. I lavoratori hanno dimostrato in questi anni di essere persone responsabili, ma non possono esserlo soltanto loro. La pazienza è arrivata davvero al limite”, sottolinea Ugo Bolognesi della Fiom.