Hanno tutti un alibi di ferro che li scagiona da ogni coinvolgimento nel delitto di Elena Ceste, anche se in qualche modo potrebbero c’entrare con le motivazioni che hanno spinto all’uccisione delle casalinga di Costigliole d’Asti.
Si tratta dei sei uomini con cui la trentasettenne sarebbe entrata in contatto negli ultimi due anni come documentano le analisi delle schede telefoniche e del computer della donna.
Uno di questi, Antonio R. di Settimo Torinese, gli inquirenti lo hanno già sentito nei giorni scorsi e lui avrebbe confermato la relazione con la Ceste riconducibile all’estate del 2013. Ancora da stabilire fino a che punto si fosse invece spinta la frequentazione con gli altri, tutti però riconducibili al passato o alle conoscenze di famiglia della donna.
Paolo Lanzilli, ex compagno di scuola ritrovato su Facebook, ma con il quale, come lui stesso ha detto, ci sarebbe stata solo un’amicizia. Così come con Domenico, altra conoscenza dei tempi del liceo.
Poi ancora Damiano, padre di un compagno di scuola dei figli della Ceste, con cui fino ai giorni prima di scomparire nel nulla Elena ha avuto un fitto scambio di telefonate e messaggi. Di queste conversazione venne a conoscenza anche il marito Michele Buoninconti a seguito di una ricarica da 30 euro eseguita probabilmente da Damiano ma che la donna credeva fatta da Michele.
E proprio le utenze telefoniche potrebbero essere una delle chiavi del giallo: resta infatti da capire quale accesso aveva Buoninconti al telefono della moglie. Infatti, il quinto uomo legato alla Ceste, un collega proprio del vigile del fuoco, per conversare con la donna aveva tentato di attivare la funzione “You and me”, scoprendo che la sim di Elena era stato aperto dal marito il quale poteva quindi controllare l’utenza della moglie tramite il profilo sul sito internet del gestore.
Allo stesso modo qualcuno avrebbe violato il profilo Facebook della donna e addirittura si sarebbe introdotto in chat dialogando con alcuni amici. Un particolare che avrebbe sconvolto la donna nei mesi prima della sua scomparsa.
Ma c’è anche un ultima figura che non è riconducibile solo all’ultima fase della vita della Ceste. Si tratterebbe invece di un uomo molto più anziano, 63 anni, amico di famiglia e del padre della donna con cui sarebbe stata in contatto sin dai primi anni di matrimonio e anche durante il periodo vissuto lontano dal Piemonte.
Come detto, tutti e sei hanno alibi di ferro che li scagionerebbero da qualunque possibile legame con l’omicidio. Eppure sapere cosa sia successo tra loro ed Elena potrebbe essere importante per capire i motivi che hanno portato all’omicidio della mamma e casalinga di Costigliole.