È morto all’età di 92 anni Bruno Pittatore, partigiano, politico e imprenditore piemontese.
Nato a Barolo nel 1928 durante la guerra partigiana conosce i capi della Resistenza nelle Langhe. Sin da giovane iscritto alla Federazione Giovanile Comunista Italiana, nei primi anni Cinquanta ne diventa un attivo militante e, poi funzionario in varie parti di Italia. Il suo impegno politico e sindacale gli costerà anche il licenziamento dalla FIAT Materiale Ferroviario
Nel 1959 diventa segretario della 13a sezione PCI (Oltrepò) e pochi anni dopo della 9a (Barriera di Milano). In quegli stessi anni intraprende l’attività in proprio e, da piccolo imprenditore prima e da dirigente d’azienda poi, viaggia nei Paesi del blocco comunista, fa parte della commissione “Ceti medi” del PDS e fonda il circolo culturale “Efesto”, luoghi di confronto sui temi dell’economia e del lavoro negli anni della transizione dal PCI al PDS ai DS. Fino all’ultimo ha continuato a partecipare attivamente alla vità sociale e politica frequentando la sede provinciale del PD.
“Si capisce solo dopo che c’è da scalare una montagna, e i giovani non tengono conto che sarà possibile soltanto se si superano le pareti, che spesso sono impervie. Solo dopo si arriverà in vetta. Alle difficoltà di ieri, oggi se ne sommano altre ma i giovani, non cambiano. Oggi, come allora, vogliono vivere bene, lavorare, ballare, cantare, ascoltare musica. Vincere le difficoltà. Non gli si può dar torto”. Così parlava Bruno Pittatore qualche mese fa, in una chiacchierata a margine della presentazione del suo libro “Cercavo domani”.