34, 47 e 62, non si tratta dell’ultima estrazione del Lotto sulla ruota di Torino ma delle tre versioni dei concorrenti che hanno superato la prima prova dell’ormai famoso concorso per dirigenti del Comune di Torino.
Per stessa ammissione dell’Amministrazione sono state rinvenute altre domande errate che, non si capisce per quale logica, hanno portato la Commissione non ad annullare la prova e a ripeterla, procedura di autotutela che sarebbe stata lineare e avrebbe definito le responsabilità della società che ha elaborato i questionari, ma ad ampliare nuovamente la platea degli ammessi.
I commissari avranno valutato che non ha importanza che in alcuni questionari le domande errate siano diventate addirittura 5 ed in altri solo 2, creando così una evidente disparità tra concorrenti. Avranno anche valutato che, pur essendo evidenti gli errori, non fosse il caso di penalizzare la società vincitrice della gara, perché un annullamento per negligenza di questa avrebbe ovviamente comportato degli effetti, quali ad esempio una possibile richiesta danni.
Tutti questi fatti ovviamente sono valutati in modo diametralmente opposto da alcuni partecipanti al concorso che hanno già sottoscritto l’accesso agli atti, prodromo del ricorso che dovrà essere depositato entro ottobre.
Resta ovviamente la domanda che in molti si stanno facendo: cui prodest? A chi giova aver perseverato con tanta pervicacia? Di sicuro giova alla società che ha elaborato i questionari, di sicuro giova ai concorrenti ammessi, i quali ripetendo nuovamente la prova potrebbero rischiare di non trovarsi nella medesima condizione favorevole. Si dubita però che possa giovare al Comune perché un eventuale annullamento al TAR e al Consiglio di Stato, esattamente come accadde dieci anni fa, renderebbe inutile tutta la procedura creando non pochi problemi ad una struttura amministrativa già molto provata. C’è da chiedersi perché dinanzi a tale possibilità, per quanto giudicata remota ma esistente, non si sia scelta l’unica strada sicura per l’Ente, cioè quella di annullare la prova e ripeterla, cosa che avrebbe ritardato di qualche settimana l’iter ma avrebbe messo al riparo da spiacevoli sorprese future.
Resta il fatto incontestabile che dopo più di 10 anni il Comune di Torino prova a fare un concorso per dirigenti, procedura eseguita da molti altri Enti in questo lasso di tempo, e l’inizio assomiglia tanto ad un grande pasticcio.
Per le successive puntate basterà aspettare