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mercoledì, 23 Ottobre 2024

Downton Abbey, My Lords

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Scritto da Sara Collicelli
It’s summertime, folks!
È finalmente arrivata l’estate. Abbiamo tutti più tempo. Per ridere, per dormire, per vedere gli amici, per leggere un bel libro e per guardare la TV. Magari è il momento ideale per riprendere una serie TV semplicemente .. nobile.
Parlo di Downton Abbey. Disponibile in tutte le sue sei stagioni, Christmas Specials inclusi, su Netflix.  È stata una delle serie TV che più ho amato. È la regina della mia collezione.
Ambientata tra il 1912 e il 1926 ci regala cinquantadue episodi  fatti di abiti eleganti, sfarzi, feste, nobiltà e ironia inglese. Ci regala perle di saggezza da parte di Lady Violet. Ci lascia la voglia di fare ogni festa a tema anni ’20 solo per poter mettere gli abiti di Lady Mary.
Ma ci regala anche una lezione di nobiltà di tipo diverso.
Ci insegna a fare l’inchino, che le dame sono My Lady e i gentlmen My Lord.
Ma ci insegna che la nobiltà non è data solo dalla quantità di paillettes che decora il nostro abito.
La nobiltà vera è data, a mio avviso, dalla capacità di render concreto un concetto che tanto amiamo predicare ma che raramente sappiamo cogliere: il rispetto.
I Crawley sono una famiglia nobile e come tali hanno una squadra di maggiordomi, camerieri, valletti e sguattere. Ma riescono a conquistare la fiducia di ognuno di loro grazie al profondo rispetto che nutrono nei loro confronti e nei confronti del duro lavoro che svolgono. Sembra banale, lo so, ma è intorno al rispetto che ruota tutta la nostra vita sociale.
Il detto “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te” altro non è che l’idea che l’idea che se riuscissimo concretamente a portar rispetto per gli altri, a trattarli con rispetto, potremo strutturare delle relazioni stabili.
Prendete ad esempio le relazioni che tipicamente instaura uno psicologo (uno vero, non quelli che “eh ma anche io sono un po’ psicologo”).
Dicevo, prendete la relazione tipo: paziente-terapeuta. È una relazione per natura sbilanciata. C’è un soggetto “forte”, lo psicologo, e un soggetto “debole”, il paziente. Ovviamente non parlo di forza fisica, spero non sia troppo necessario sottolinearlo. È una relazione sbilanciata, dicevo. Dove c’è una persona che porta le sue sofferenze a un estraneo. Decide, spontaneamente o meno, di condividere con qualcuno la sua sofferenza.
Ecco, non credete forse voi che se da parte dello psicologo mancasse una buona dose di rispetto nei confronti dell’altro sarebbe oltremodo difficile aprirsi raccontando parti private e intime?
Ovviamente il parallelo nobili/servitù vs terapeuta/paziente è puramente metaforico.
E lo è proprio nell’ottica del rispetto. Perché nessuno può pensare di essere più nobile di un altro. Più nobile, più forte, più intelligente… insomma, più.
Siamo semplicemente persone diverse. Possiamo, forse e in misura microscopica, pensare di essere un pochino più preparati in alcuni settori. Ma esserlo non ci rende migliori.
Lady Mary è una Contessa. Lo sa e non fa nulla per nasconderlo. Ma riesce a nutrire immenso rispetto per Anna, per il suo lavoro.
E ancora una volta ecco che troviamo un piccolo segreto per sopravvivere a questa vita: possiamo essere tutti nobili. Anche chi ha gli abiti pieni di rattoppi.
Sono tanti gli studi che dimostrano che rispetto, cortesia o semplice educazione da parte dei superiori nei confronti dei dipendenti rende l’ambiente di lavoro più sano, più vivibile e soprattutto più produttivo.
Ma non solo sul lavoro, nelle relazioni di qualunque natura. Ho fatto riferimento alla relazione terapeuta/paziente. Ma dicasi lo stesso per qualsiasi relazione: tra amici, tra coniugi, tra amanti, tra colleghi.
Una sorta di proprietà commutativa delle relazioni sociali, ecco. Downton Abbey ci porta in un’epoca lontana da noi, ma neanche più di tanto.
I Crawley affrontano la Prima Guerra Mondiale e noi sappiamo bene che le guerre sono solo mutate ma mai davvero cessate.
Cambiano i tempi e cambiano anche le nostre difese agli attacchi esterni. Forse la nostra società è pronta ad affrontare gli attacchi che ha vissuto quella in cui vivevano i Grantham.
Ma siamo sicuri che abbiamo le stesse risorse sociali che avevano loro?
Ecco, io vi consiglio di riprendere questo gioiellino britannico.
Potrebbe insegnarci a conquistare il coraggio di sperimentare un po’ di umiltà a qualunque piano ci troviamo.
E se per farlo serve fare qualche inchino in più cogliamone l’aspetto positivo: facciamo un po’ di squat che aiuteranno con la prova costume.

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