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domenica, 8 Settembre 2024

Distanziamento a scuola: impossibile fare lezioni a due metri con queste classi

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Anche a Torino il mondo della scuola è scesa in piazza in sciopero in piazza Castello i sindacati di categoria hanno dato vita a un flash mob, simulando il tempo necessario per consentire l’ingresso in aula di due classi da 25 alunni ciascuno, osservando le norme di distanziamento sociale previste dalle norme anti Covid.

Insegnanti e personale scolastico hanno chiesto che il governo Conte garantisca il diritto allo studio, stabilità al personale e risorse certe per un’edilizia scolastica efficiente, classi poco numerose, materiale igienico sanitario e Dpi.

“La chiusura prolungata della scuola – denunciano i sindacati – è una ferita per tutti: in questi mesi insegnanti, studenti, personale scolastico, si sono prodigati con dedizione e passione per mantenere viva la relazione tra scuole e alunni ma la didattica distanza esclude chi non ha mezzi, la facoltà o il supporto in casa per seguirla. Questo è il motivo per cui la scuola deve riaprire quanto prima nelle condizioni che consentano di rispettare appieno tutte le disposizioni per la tutela della salute e la sicurezza con personale adeguatamente formato stabile e trattato con equità”. 

“Le soluzioni che si possono adottare per consentire un rientro a scuola in sicurezza sono tante – ha sottolineato Teresa Oliveri della segreteria Cisl Scuola di Torino – bisogna mettere insieme tante risorse e tutti ci devo mettere qualcosa, bisognerà ripristinare alcuni edifici che sono stati dismessi, alcuni dei quali necessitano solo di piccoli interventi, bisogna assumere anche temporaneamente nuovo personale perché non è accettabile che mentre mezza classe è a scuola, l’altra mezza sia a casa a guardare i film”. 

“Se il distanziamento sociale prevede un metro di distanza – ha aggiunto per la Cgil Massimiliano Rebuffo – in una classe dove ci stanno 20 persone ce ne stanno 10, quindi o raddoppi gli spazi, o raddoppi gli organici o riduci di metà il tempo scuola. Noi oggi siamo qui in piazza perché non possiamo accettare una riduzione del 50% del diritto allo studio, quindi il governo non deve far finta di investire dei soldi perché 1, 4.mld investiti nel decreto scuola servono per acquistare dispositivi di sicurezza. Se vogliamo riaprire seriamente la scuola dobbiamo prevede un investimento di un punto percentuale di Pil, servono almeno 36 mld”.

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