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mercoledì, 23 Ottobre 2024

De Tomaso, arriva la cordata cinese per il marchio

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Ci sarebbe un’offerta per la società automobilistica De Tomaso, da mesi in attesa di un acquirente per il marchio aziendale.
Si tratterebbe di una cordata d’imprenditori cinesi, attraverso una società di diritto anglosassone, che ha presentato un’offerta per tutti i marchi e i brevetti della società. Già dalla prossima settimana, il curatore fallimentare Enrico Stasi, potrebbe attivare l’iter per pubblicare il bando con lo scopo, come ha spiegato il suo collaboratore Fabio Iozzo di «verificare la congruità dell’importo dell’offerta e l’eventuale esistenza di altre offerte migliorative».
Non si sbottonano però sul nome degli imprenditori che al momento restano nell’ombra.
Per poter dare il via al bando, il curatore fallimentare deve prima avere in mano l’originale dell’offerta, giunta via e-mail.
«Nell’ipotesi in cui ci fosse più di un’offerta congrua a parità di condizioni, aggiudicheremo a chi ha un piano industriale» ha spiegato Iozzo. In sostanza verrà privilegiato chi abbia «riguardo per l’occupazione».
Una buona notizia quindi per gli 816 lavoratori piemontesi della De Tomaso a cui si aggiungono i 125 della sede di Collesalvetti in provincia di Livorno che ai primi di dicembre hanno ricevuto la notizia di essere a rischio mobilità.
Prima di Natale infatti, soltanto una società aveva mostrato interesse per l’acquisizione del marchio, ma Stasi, durante il meeting, aveva comunicato di non aver ricevuto nessuna offerta d’acquisto. L’ultima speranza per i lavoratori dell’azienda era che che gli acquirenti realmente interessati facessero la loro proposta nelle prossime settimane, entro la fine del 2014.
Ora la situazione sembra essersi sbloccata e se un imprenditore presentasse un’offerta migliorativa, allora sarebbe quest’ultimo ad aggiudicarsi il marchio. Cauti anche i sindacati: «Attendiamo di vedere cosa succede, sperando che si riesca a privilegiare chi dà più garanzie occupazionali in Italia» ha detto Vittorio De Martino, segretario regionale della Fiom.
«Siamo curiosi di sapere chi sono. È positivo il fatto che qualcosa si muove su questa vicenda, che sembrava ormai al capolinea. Bisognerà verificare se c’è un piano industriale serio e se questi vogliono solo acquistare il marchio per poi produrre altrove» ha commentato invece Giuseppe Anfuso.

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