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giovedì, 24 Ottobre 2024

Dalle sedi Pd a quelle della Lega: gli obiettivi antirazzisti per il Gabrio

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Dal Partito Democratico alla Lega, dalle piazze alle strade con nomi che ricordano il colonialismo italiano. Ecco gli obiettivi antirazzisti per il centro sociale Gabrio, come hanno scritto in un articolo sul loro sito. Titolo: Non siamo mica gli americani, noi sì che possiamo sparare agli africani.

Per il gli antifascisti e comunisti del centro sociale Gabrio, obiettivi sono:

“Tutte le sedi dei partiti politici italiani, ad iniziare dalla Lega fino al PD che nel lontano 1998 con la legge Turco / Napolitano aprì i primi CPR e con Minniti ne ha dato l’attuale assetto. Tutte le vie, piazze, corsi e viali dedicati ai protagonisti del colonialismo italiano come Crispi (autore della prima aggresione all’Etiopia), Giolitti (aggressore della Libia) e Azzi (militare che partecipò alla seconda guerra d’Etiopia) ed ai luoghi occupati (Massaua, Tripoli, Bengasi, Adua etc.)”.

Un articolo in cui vengono spiegate le radici razziste italiane, partendo dal 1882, ovvero l’inizio dell’occupazione dell’Eritrea, passando all’aggressione e dell’occupazione del 1911 della Libia. Non solo colonialismo o ventennio fascista nell’elenco del Gabrio. C’è anche Sekine Traore, giovane ucciso nel 2016 a Rosarno, quando due carabinieri, per sedare una rissa nel campo di San Ferdinando sparano. C’è Luca Traini, che spara a Macerata contro le persone di colore nel 2018. C’è Sacko Soumaila, bracciante e sindacalista del Mali, ucciso a fucilate nei pressi della tendopoli “EX Fornace” di Rosarno, dalla ‘Ndrangheta.

Ci sono le aggressioni, i pestaggi, c’è Hossain Faisal morto l’8 luglio 2019 in isolamento nel Cpr di corso Brunelleschi.

Spiegano dal Gabrio:

Il razzismo non è solo una questione di cattiveria o stupidità, ma una “tecnologia di governo”, cioè una modalità, specifica della modernità, di creare delle differenze all’interno di una classe altrimenti più omogenea. Il dispositivo della razza, esattamente come quello di genere, permette di istituire un sopra ed un sotto, di tracciare una linea di confine che individua chi ha meno diritti, chi può essere ucciso impunemente, chi può essere maggiormente ricattato e sfruttato. Il razzismo crea inoltre un Altro, un diverso, rispetto al quale si può costruire e consolidare la “nostra“ identità di gruppo (il “noi” dei fascismi e dei populismi).Non si può quindi combattere il razzismo opponendogli semplicemente un umanesimo aspecifico che predica un’uguaglianza astratta: estirpare il razzismo significa mettere in questione l’intero ordine liberale che su di esso si basa. Significa individuare e combattere chi, ad ogni livello, lo promuove nelle sue molteplici forme, da quelle più scioccanti della violenza fisica diretta a quelle più subdole della discriminazione istituzionale”.

E gli obiettivi individuati dal Gabrio, come detto, vanno dalle sedi della Lega a quelle del Pd. Perché, come concludono dal centro sociale, “Sul razzismo non si tace”.

 

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