Non avevano un’occupazione fissa eppure il loro tenore di vita diceva il contrario. È stato questo ad insospettire la Banca d’Italia che le ha segnalate alla Guardia di Finanza di Cuneo che hanno convocato le due donne entrambe di origine straniera chiedendo di rendere conto della provenienza delle loro proprietà immobiliari e della grande somma di denaro trovata il loro possesso.
Le due donne, che non sono state in grado di dare spiegazione su come avessero ottenuto la cifra di 200 mila euro evasa in pochi mesi, e da alcuni controlli delle Fiamme Gialle sarebbe emerso che derivava da attività di prostituzione. Infatti, secondo un recente pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea la prostituzione se autonoma e regolare costituisce “una prestazione di servizi retribuita” e va sottoposta a regolare tassazione.