«Quando io invio un messaggio a qualcuno questo arriva automaticamente a mio marito». Questa l’affermazione che Elena Ceste, la mamma di Costigliole d’Asti scomparsa lo scorso 24 gennaio, avrebbe fatto a un suo amico.
Lo sfogo risalirebbe a poco prima della metà di ottobre. Il mese grigio. Quello in cui succede qualcosa che le cambia la vita e che rappresenterebbe il prodromo della sua scomparsa.
Ma torniamo su quanto detto da Elena. Lei come detto è convinta di essere controllata, da suo marito Michele Buoninconti per la precisione. Eppure nel suo chiamiamolo delirio paranoico, forse frutto della sua depressione, la Ceste sa che è possibile controllare un telefono senza autorizzazione della magistratura e senza essere polizia giudiziaria. Infatti su internet è possibile trovare come controllare un telefono. C’è chi propina software oppure attraverso tutorial spiega come sia possibile farlo anche senza installare nulla sul proprio computer o cellulare.
Dunque Elena sapeva tutto ciò, o perché qualcuno glielo aveva detto o perché lo ha trovato lei nelle sue ricerche sul web.
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