L’assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi, in videoconferenza dall’Unità di crisi, assicura che non c’è stata “Nessuna intempestività da parte della Regione sulle Rsa”.
“Già il 22 febbraio, prima dell’istituzione dell’Unità di crisi nazionale – ha detto Icardi – in Piemonte abbiamo fatto una riunione e la domenica 23 febbraio con il governatore Alberto Cirio abbiamo predisposto l’ordinanza concordata con il ministro della Salute Roberto Speranza in cui si diceva che le Rsa devono limitare l’accesso agli ospiti e che il personale si deve attenere all’applicazione delle misure per la sanificazione degli ambienti e ai protocolli anti-contagio. E la stragrande maggioranza l’ha fatto”.
“La nostra capacità di produzione di tamponi – ha aggiunto – non superava all’inizio 400 test al giorno, oggi siamo a cinquemila, negli ultimi giorni fortemente indirizzati verso le Rsa, con 20 laboratori che lavorano al massimo delle loro potenzialità. Abbiamo creato una task force di aiuto per le case di riposo, e non è mai accaduto che pazienti positivi dagli ospedali siano stati trasferiti nelle Rsa. La nostra delibera del 20 marzo credo sia stata fortemente travisata, cercava edifici o reparti vuoti per pazienti Covid non certo strutture in uso con ospiti anziani all’interno. Quanto alla tardiva pubblicazione del documento, purtroppo in questo periodo può accadere”.
Dal 1 gennaio al 31 marzo 2020 nelle 750 Rsa piemontesi sono morte 2.874 persone, 407 in piu’ rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Di queste, in 248 casi si tratta di decessi avvenuti sicuramente per Covid-19. “Leggendo questi dati – spiegano dalla Regione – bisogna tenere conto che quest’anno nelle strutture piemontesi sono ospitate 1500 persone in più.