di Valentina Stella
“Fuori da questo condominio quei due omosessuali!” Questa era una delle tante frasi che due gay, vittime dell’ignoranza dei propri vicini di casa, si sentivano rivolgere ogni giorno in un appartamento di via Paravia 14, del quartiere San Donato, a Torino. Ieri, durante il processo per questa vicenda avvenuta tra il 2013 e il 2014, sono stati chiesti per uno dei condomini accusato di stalking 8 mesi di reclusione.
Sulla vicenda è intervenuto anche il primo cittadino Piero Fassino, indignato per quanto accaduto in quel palazzo per due anni.
«L’omofobia – spiega Fassino – non ha diritto di cittadinanza».
Lo stesso sdegno del sindaco accomuna la maggior parte dei torinesi, che proprio lo scorso 23 Gennaio si sono riversati per le piazze a sostegno delle tanto acclamante Unioni Civili. Il Sindaco inoltre ha voluto dimostrare il proprio sostegno alla coppia aggredita attraverso un post pubblico sulla propria pagina Facebook.
«Torino ha fatto della libertà e della lotta alle discriminazioni un tratto distintivo della sua identità civile» dice l’assessore per le Pari Opportunità, Ilda Curti.
Anche il coordinatore del Torino Pride, Alessandro Battaglia, afferma la propria condanna ad ogni forma di omofobia e discriminazione a nome di tutta l’associazione.
È già pronta un’iniziativa promossa dall’Arcigay di Torino. «Martedì 17 maggio – spiega il presidente dell’associazione Marco Giusta – in occasione della Giornata Mondiale per la lotta all’Omofobia pianteremo dei fiori nella zona vicina al condominio».
Arriva il sostegno anche del coordinamento regionale Rifare l’Italia Piemonte che si unisce alle dichiarazioni del sindaco e dimostra la vicinanza alle vittime.
Tutto ciò arriva in concomitanza dell’inaugurazione del 31esimo “Gay & Lesbian Film Festival”, occasione che tende a rimarcare la sensibilità di una città importante come Torino per il sociale e per tutte le tematiche ad esso correlate.