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venerdì, 13 Dicembre 2024

Comune, piano riorganizzazione: si va avanti senza confronto con i lavoratori

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

di Moreno D’Angelo

«Il piano di riorganizzazione dei dirigenti del Comune di Torino andrà in Giunta senza essere nè presentato e nè discusso con i sindacati che lo vedranno a cose fatte». E’ esterrefatto Ezio Longo, responsabile aziendale Funzione Pubblica CGIL a Palazzo di Città, insieme a CISL FP,

UIL FPL e DIREL PIEMONTE, per la mancanza di confronto sul piano di riorganizzazione 2017. Un fatto legittimo e una scelta “politica” che non si era mai si era mai registrato nel Comune di Torino per simili contesti. Si è infatti davanti a un passaggio importante in un momento quanto mai delicato che tocca 164 dirigenti. La sorpresa è anche legata al fatto che era già stato fissato un calendario per gli incontri tra le parti. Il percorso prevedeva un appuntamento in data odierna per illustrare il documento con le novità organizzative della nuova struttura e aveva fissato per il 3 aprile un atteso incontro in cui le organizzazioni sindacali avrebbero potuto sollevare proposte e critiche sul documento prima del passaggio in Giunta per l’approvazione.

Longo ricorda come sulla “Riorganizzazione 2017”, il 22 marzo si fosse tenuto un incontro tra il Segretario Generale e la Delegazione Trattante con le organizzazioni sindacali.

La questione dirigenti in discussione parte dal seguente dato: oggi si contano in servizio effettivo solo 101 sui 164 in pianta organico e questo numero dovrebbe ulteriormente ridursi a quota 90 entro la fine dell’anno. (Cinque dirigenti risultano fuori Comune per Comando o aspettativa mentre per 6 o 7 è previsto il pensionamento entro il 2017). Un momento delicato anche alla luce della scadenza degli incarichi fissata per il 30 aprile.

«Da adesso a tale data l’Amministrazione – precisa una nota del sindacato Cgil/FP di Palazzo di Città – dovrà procedere alla modifica del regolamento di organizzazione e alla delibera di accompagnamento che contenga la macrostruttura e le modalità di assegnazione degli incarichi e che illustri i cambiamenti ed i percorsi fatti. Si dovrà poi procedere al conferimento incarichi attraverso “interpello interno” e si dovrà anche attuare il piano della rotazione in applicazione dell’”Anticorruzione”». Rotazione che riguarderà il 25-30% del totale dei Dirigenti e prevederà il cambio effettivo del ruolo ricoperto.

Per quanto riguarda la delicata questione dell’attribuzione degli incarichi, che potrebbe sollevare vespai e polemiche, viene inoltre precisato che:

«L’attribuzione degli incarichi avverrà quindi attraverso un mix tra obblighi di rotazione per assolvere all’anticorruzione e volontà dei singoli, che potranno esprimere fino a tre “opzioni”».

«Non si tratta – precisa Longo – di una violazione di norme contrattuali ma le riorganizzazioni sono state sempre fatte coinvolgendo i dirigenti che sono la parte fondamentale per il miglioramento della macchina comunale e dei suoi servizi alla cittadinanza» – e aggiunge: «Andando avanti in questo modo noi non siamo responsabili di una riorganizzazione sulla quale non abbiamo potuto dire nulla. Una iniziativa non si fa d’imperio ma su un quadro condiviso».

Il responsabile aziendale FP CGIL ente Comune infine rileva come tra i dirigenti prevalga delusione: «Quelli che sono direttamente interessati non sono stati nemmeno consultati». Le organizzazioni sindacali intanto promettono battaglia a garanzia delle proprie funzioni e del buon andamento della macchina comunale. Sulla vicenda il consigliere comunale dem Mimmo Carretta annuncia una richiesta di comunicazione in Sala Rossa: «Questa Giunta continua calpestare  i diritti dei lavoratori. Non è ammissibili che vogliano un confronto a cose già avvenute e decise».

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