Il paesino di Cintano, in provincia di Castellamonte, e altri centri limitrofi nel Canavese vivono ancora il disagio dell’abbandono di rifiuti di ogni sorta, ma soprattutto di lastre di eternit, sulle sponde del fiume Piova e nel sottobosco di alcune zone adiacenti ad esso.
Già l’anno passato sindaco e vicesindaco, Luciana Giachetti e Margherita Pace, avevano dovuto chiamare una ditta per smaltire cumuli di immondizia (soprattutto di natura edile) per sopperire alla completa mancanza di senso civico, rispetto per l’ambiente e per lo stesso comune, che vede la sua immagine letteralmente insozzata e a più riprese.
A oggi i cumuli di materiale non sono ancora stati smaltiti, causa ristrettezze economiche del comune e prezzi proibitivi per la bonifica di zone con amianto: «Ormai il bilancio comunale è stato chiuso e per ovviare alla situazione si dovrà interpellare la sezione tecnica per votare a favore o meno di un intervento fuori tempo massimo» afferma preoccupata il sindaco e aggiunge: «Molte delle aree che si sono trasformate in vere e proprie discariche abusive sono proprietà privata e si assiste all’infelice attribuzione reciproca di colpa, senza trovare però il colpevole e sanzionarlo. Per ora l’unica soluzione sembra essere quella di aspettare le elezioni del 25 maggio».
E mentre il discorso viene rimandato alla fine del prossimo mese, per ovvie priorità di campagna elettorale, la crescente temperatura e la pericolosa vicinanza alle acque del Piova, prospettano un pericoloso futuro che tutti possiamo ben immaginare.
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