Uno schiaffo alla città che lavora. Così il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino definisce il voto in Sala rossa per fermare la Tav.
Malgrado l’eccezionale presenza di tutte le categorie produttive in consiglio comunale, la sindaca, pur assente, e la sua maggioranza si sono presi la responsabilità di dare questa sberla, ha commentato Chiamparino.
Il presidente deella Regione Piemonte nel suo intervento, oggi pomeriggio in consiglio regionale, è anche tornato a premere sul tasto dell’utilità dell’opera che, è essenziale per ragioni di crescita, di sostenibilità e di sicurezza.
Si è detto disponibile a ridiscutere, fermo restando il tunnel di base, dei tratti interni dell’infrastruttura, senza sacrificare però l’interporto Sito e senza sovraccaricare l’area urbana della Valsusa di un traffico massiccio di treni ogni pochi minuti. In particolare il tratto Alpignano-Torino.
Chiamparino ha poi attaccato il governo facendo leva soprattutto sulle divisioni Lega-M5s. Contestando i Cinque Stelle che vogliono la decrescita infelice, e la Lega accusata di ambiguità. «Non chiederò più un incontro al governo (leggi Toninelli) – ha assicurato – perché sono dei maleducati» anche in riferimento alle proteste dei sindaci delle Langhe sull’Asti Cuneo, pronti a manifestare al casello di Govone, a cui sono state fatte promesse non mantenute.
Ha evidenziato come per la Lega esistano opere di serie A (pedemontane lombarda e veneta o Terzo Valico) e quelle di serie B, la Tav appunto.
Poi ha invitato sempre l’ala salviniana ad uscire dalla “pantomima“ dell’analisi costi benefici, come fosse presupposto necessario per le decisioni e invece aleatoria come tutti i ragionamenti su opere che durano diversi decenni se non secoli.
Citando lo stesso professionista a cui è stato dato l’incarico, Marco Ponti, Chiamparino ha detto che la decisione è politica. “La politica decida” quindi.
Infine ha richiamato l’ipotesi di referendum: «Se il governo risponde positivamente che accetta un tavolo di confronto bene, altrimenti chiederò a questo consiglio di trovare le modalità perché ci sia in Piemonte una consultazione popolare che consenta di far capire chi è dalla parte dell’Europa e chi è dalla parte della chiusura, chi è dalla parte della crescita sostenibile e chi è dalla parte della decrescita infelice» – ha concluso Chiamparino.