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venerdì, 6 Dicembre 2024

Cavallerizza Reale, le fiamme dell’ipocrisia

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Nel viavai incessante di sopralluoghi, visite e dichiarazioni che attraversa da giorni il cortile dell’ex residenza sabauda dopo l’incendio di venerdì notte, anche i ragazzi dell’Assemblea Cavallerizza 14.45 che da alcuni mesi occupano una parte del complesso hanno preso parola sugli eventi degli ultimi giorni tramite un comunicato diffuso sul loro sito e sui social network di riferimento.
A riaccendere i riflettori delle cronache è stata infatti non solo la notizia del rogo ma, poco dopo, anche quella dell’improvvisa comparsa di potenziali acquirenti dello stabile, che il Comune di Torino, l’attuale proprietario, ha messo all’asta al prezzo di 11 milioni e mezzo di euro.
E proprio su quest’ultimo fatto l’Assemblea Cavallerizza ha voluto fare un po’ di chiarezza fin dalle prime righe del comunicato, che si apre con l’eloquente titolo “Tutto in fumo e l’interesse si riaccende”. Sembra infatti che insieme al fumo dell’incendio che ha avvolto un’ala del complesso si sia diradato anche l’alone di mistero e incertezza che da mesi circondava l’identità, se non addirittura l’esistenza, di soggetti interessati all’acquisto (ben due aste organizzate dal Comune andarono deserte).
«Improvvisamente – scrivono – dopo l’incendio, ecco apparire pubblicamente la rosa dei possibili “salvatori” del (bene) comune, emergono progetti, nomi di possibili investitori e compratori (privati) già da tempo interessati». E sul nome per ora più gettonato, quello della Building Engineering, aggiungono che si tratta di «imprese che da anni acquistano il patrimonio pubblico messo all’asta dall’amministrazione e ne fanno profitto per pochi».
Ma a non piacere agli occupanti sono anche le dichiarazioni del sindaco Piero Fassino, che ieri ha effettuato un sopralluogo alla Cavallerizza ribadendo l’intenzione di vendere lo storico complesso e cancellando così con un colpo di spugna il già fragile confronto avviato tra la giunta e l’Assemblea prima dell’estate. L’ipotesi ventilata dall’amministrazione comunale di mantenere una destinazione “culturale” della struttura, affidandola però a mani private e affiancandole esercizi commerciali e appartamenti, si scontra infatti con le rivendicazioni avanzate in questi mesi da quanti hanno partecipato alle tante assemblee cittadine svoltesi in Cavallerizza per immaginare un futuro diverso per lo stabile, patrimonio dell’Unesco.
«La dichiarazione del Sindaco Fassino relativa all’assicurazione rispetto alla vocazione culturale dell’intero complesso oltre ad essere priva di ogni vincolo e garanzia, sembra dimenticare il dialogo già aperto con la cittadinanza per la costruzione di una progettualità condivisa, poiché riconosce come unici interlocutori imponenti aziende che come primo obiettivo hanno la privatizzazione e commercializzazione di spazi culturali», si legge nel comunicato. Che prosegue con una nota di ulteriore amarezza: «Guarda caso proprio la zona colpita dalle fiamme sembra prestarsi ad una riedificazione ad ospitare attività commerciali (un hotel di lusso). Forse i vincoli storico-artistici si allentano, quando si tratta di intervenire su travi carbonizzate e macerie».
La questione Cavallerizza, dunque, al di là delle soddisfatte dichiarazioni del sindaco Fassino alla notizia di potenziali acquirenti, sembra ancora ben lontana dall’essersi risolta e gli occupanti riprenderanno fin da questa settimana le assemblee per confrontarsi assieme su come continuare a tutelare il complesso dai piani del Comune.
E all’orizzonte si profila anche il Vertice Europeo dei ministri della Cultura che Torino ospiterà alla fine del mese, durante il quale la vicenda della Cavallerizza potrebbe facilmente scontrarsi con l’immagine di “città della cultura” più volte promossa dal primo cittadino.

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