A due mesi dal referendum sull’autodeterminazione del 9 novembre, decine di migliaia di persone sono scese in piazza a Barcellona ieri per ribadire il diritto di esprimere con il loro voto la decisione di sancire o meno l’indipendenza della Catalogna dalla Spagna.
Sarebbero circa 530 mila le persone che hanno partecipato alla manifestazione, arrivate a Barcellona a bordo di circa 1.500 autobus. Dalle immagini riprese dall’alto si osserva una lunga processione di manifestanti che, indossando i colori della bandiera catalana (giallo e rosso), sono confluiti lungo le centrali Gran Via e Diagonal di Barcellona che si intersecano componendo la lettera V. Nelle intenzioni degli organizzatori un inno alla prossima “Vittoria”.
Il leader catalano Artur Mas ha dichiarato di non avere dubbi sell’esito che darà il referendum del prossimo 9 novembre che però, nell’ipotesi migliore, non porterebbe immediatamente alla secessione come invece potrebbe succedere in Scozia nelle prossime settimane.
La vittoria del fronte del si, infatti, autorizzerebbe semplicemente il governo locale a iniziare le trattative con Madrid per definire la strada verso l’indipendenza catalana. Ma alcuni esperti mettono in guardia gli indipendentisti da probabili schermaglie che il governo spagnolo sarebbe intenzionato a metter in atto, in primis sollevando problemi di incostituzionalità del referendum.
Il prossimo 19 settembre infatti, io giorno dopo il referendum scozzese, il parlamento catalano presenterà una misura che permetterà al leader Artur Mas di indire il referendum; ma se a questo punto il premier spagnolo Mariano Rajoy chiederà ai costituzionalisti di esprimersi sulla sua liceità tutto dipenderà dalla decisione della Corte Costituzionale spagnola.
A questo punto, se i costituzionalisti si esprimessero in senso negativo molto dipenderà da come deciderà di comportarsi Mas. Nel caso questi decidesse di rispettare il verdetto, il governo della Catalogna potrebbe tentare di utilizzare le elezioni regionali come referendum informale chiedendo ai partiti di esprimere la loro posizione sull’indipendenza del territorio.
Se il leader catalano decidesse invece di procedere nonostante la decisione dei costituzionalisti, la situazione si complicherebbe: basti ricordare l’analoga situazione dei Paesi Baschi nel 2005, quando Madrid minacciò l’arresto del loro leader se avesse deciso di procedere all’organizzazione del referendum nonostante la Corte Costituzionale si fosse espressa chiaramente in merito.