L’inchiesta sul caso Stamina si avvia ad una conclusione. I tempi per le indagini stanno per scadere e la Procura di Torino non chiederà ulteriori proroghe. A rivelarlo, fonti vicine allo stesso Tribunale, secondo cui gli avvisi di conclusione delle indagini potrebbero arrivare agli indagati nei primi giorni del 2014. Al momento per arrivare al rinvio a giudizio si aspetterebbe solo un’ultima consulenza medica di un gruppo di medici farmacologici, dopo che i primi test commissionati a un altro team di specialisti hanno smentito l’ipotesi dei familiari dei malati che il metodo, ideato dal laureato in Lettere Davide Vannoni, portasse a qualche miglioramento. Sono trentasei infatti le schede di cartelle cliniche di pazienti che si erano sottoposti a tale cura, schede che sono state redatte dagli Spedali Riuniti di Brescia.
Il tanto controverso trattamento medico, basato sull’infusione di cellule staminali nei malati di patologie neurologiche degenerative e di cui tutt’oggi non sono stati depositati i brevetti, ha sollevato un polverone mediatico e polemiche a non finire. Da una parte, chi sostiene che i bambini sottoposti ai trattamenti stiano meglio, dall’altra la comunità scientifica internazionale che, da sempre, bolla il metodo come privo di ogni fondamento.
Il fascicolo, aperto nel 2009 dal procuratore capo di Torino Raffaele Guariniello, chiuso nell’agosto 2012 e riaperto qualche giorno fa, parrebbe essere sul punto di essere definitivamente archiviato. Al momento si conoscono i nomi di dodici persone iscritte nel registro degli indagati, tra cui il presidente della fondazione Stamina Foundation Davide Vannoni, e altre persone, di cui non si conoscono il nome né il numero, sono state recentemente inquisite. L’ipotesi di reato che pesa su Vannoni è gravissima: associazione per delinquere finalizzata alla somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica, nonché alla truffa.
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