di Moreno D’Angelo
Mimmo Carretta, consigliere comunale del Partito democratico e membro della commissione Cultura della Città di Torino, aveva lanciato l’allarme in tempi non sospetti, durante le giornate di Manet, un antipasto dei tagli del bilancio targato Rolando Appendino. Ora quell’allarme, per Carretta, è diventato una certezza: «Torino è scesa in piazza con i sindacati per difendere quei lavoratori che vedono compromesso il loro posto di lavoro per i sei milioni di tagli che ci saranno».
Carretta aggiunge: «Registro con favore come il mondo della cultura si sia schierato a fianco della Sindaca per il ricorso sui 61 milioni ma mi sarebbe piaciuto se si fosse schierato con la stessa veemenza anche qui in piazza a fronte dei tagli che ci sono e con i quali ci dovremo tutti confrontare».
Per il consigliere si tratta di un quadro preoccupante: «Bisogna dare delle risposte se no la città si ferma e torna indietro. Tagliare sui servizi e aumentare le tasse significa solo scaricare sugli anelli più deboli della società». Per l’esponente del Pd si tratta di “tagli che non lasciano intravvedere un disegno”. Per queste operazioni di mera ragioneria viene chiamato l’assessore al Bilancio Sergio Rolando: «ho comunicato all’assessore Rolando che si comporta come un chirurgo in sala operatoria con la mascherina sugli occhi invece che sulla bocca, operando tagli senza un disegno complessivo. Tagli del 30% su sport, cultura e turismo con l’eliminazione di sgravi. Sono operazioni di macelleria sociale.
Carretta denuncia poi un particolare comportamento della Giunta che fa si che il suo bilancio resti una sorta di “bilancio eternamente provvisiorio”. Un quadro che resta sospensivo nella previsione dell’eventuale riscontro di nuove risorse.
Per Carretta si tratta della conseguenza della mancanza di presa di responsabilità da parte della Giunta. «Non sanno dove mettere le mani» è l’amara sua constatazione. «Un approccio che rischia di mettere a monte il lavoro precedentemente condotto anche in momenti più difficili di cassa». Oltre all’assenza di una guida una regia politica Carretta infine riscontra con preoccupazione l’assenza di interlocuzione con le parti sociali.