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martedì, 22 Ottobre 2024

Caat, il Comune di Torino fa saltare l’assemblea. Grippo (Pd): “Futuro a rischio”

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Il Comune di Torino, in qualità di socio di maggioranza, ha fatto saltare all’ultimo momento l’assemblea Caat (Centro agroalimentare) prevista per oggi, mercoledì 17 aprile, nella quale si doveva affrontare il tema della definizione del contenzioso con i grossisti sul contributo per la raccolta rifiuti, un colosso giudiziario da oltre 50 cause che sta tenendo appeso a un filo il rinnovo dei contratti degli operatori in scadenza a novembre.

Le disdette ai grossisti da parte di Caat sono arrivate già da mesi, ma di proposte di rinnovo nessuno dei soci ha mai voluto parlare fintanto che resteranno in piedi le cause sul tema rifiuti.

I nuovi vertici, nominati dalla giunta targata Chiara Appendino, nelle scorse settimane avevano dato rassicurazioni sulla volontà del Caat di arrivare a una composizione del contenzioso che alla partecipata comunale è già costato più del mancato introito oggetto delle cause e che è gravato da un esito incerto.
«Con questa mossa l’assessore Sacco e la sindaca sfiduciano di fatto gli stessi vertici che hanno nominato e condannano all’incertezza la quasi totalità delle aziende che operano nel Caat – commenta Maria Grazia Grippo consigliera comunale del Pd e Vice presidente commissione Commercio Turismo Lavoro – perché il Centro agroalimentare senza grossisti non esiste. La giunta sa bene che la situazione di Caat è già andata troppo avanti ma non ha esitato a scaricare ogni responsabilità».

«I giudici potrebbero a questo punto non accettare più altre richieste di proroga e costringerere le parti ad andare a sentenza. Una roulette russa che rischia di far saltare i delicati equilibri su cui doveva essere formulata la proposta per i nuovi contratti. Si gioca con il futuro di uno più grandi centri agroalimentari del nostro Paese. Una strategia folle che nasconde incapacità e nessuna cultura di governo», conclude Grippo.

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