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martedì, 22 Ottobre 2024

Bullismo, non servono divieti nel social ma il dialogo con i giovani

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Il garante per l’infanzia Vincenzo Spadafora, a Torino per una delle tappe della manifestazione #dirittialfuturo, ha spiegato una possibile ricetta per arginare il fenomeno del bullismo. Secondo Spadafora, non serve intervenire sui social network o vietare l’accesso ai minori, ma bisogna far leva sul senso di responsabilità dei ragazzi.
«Stabilire regole sull’uso dei social network, vietando l’accesso a internet ai minori o pensare che genitori e insegnanti possano fare controlli efficaci è un’idea che non funziona», dice il garante dell’infanzia.
«Quello che serve contro il bullismo è far leva sul senso di responsabilità dei giovani, spingerli a confrontarsi e a denunciare situazioni anomali», ha continuato Spadafora.
Il garante si è poi soffermato sulla legislatura riguardate il bullismo, che secondo alcuni è carente. Non secondo la sua opinione. «In Italia non mancano leggi a tutela dei minori così come tanto le scuole quanto le associazioni sono impegnate in attività di prevenzione insieme alla polizia postale che su questo tema è una delle migliori in Europa – ha aggiunto – ma la cosa fondamentale è da un lato dialogare con i ragazzi per aiutarli a gestire il mondo di internet e dall’altro, quando si individuano responsabili di violenze e abusi adottare pene certe ed esemplari».

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